Presa dall’entusiasmo, prima della partenza ho scritto 130.000 visitatori a Basilea, oggi i comunicati ufficiali della fiera si tengono prudentemente sui 100.000, mentre sono in aumento i giornalisti: 3.500 da 70 nazioni. La superficie espositiva di 141.000 mq vede vari stand, dal più piccolo, 6mq a quello di 1.625mq (l’arena degli Swatch!); la lunghezza totale degli stand arriva a 21 km: consigliabili quindi scarpe comode e tacchi bassi.
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Ventisei volte Basilea
Sono andata a Basilea per la prima volta nel 1988. Sembrava molto distante da Milano, così partimmo la sera fermandoci a dormire sul lago di Lucerna. L’anno, dopo partiti all’alba, arrivammo più che in tempo… La Fiera era interessante, un po’ caotica e non bella. Le Halle erano vecchie (l’ingresso era una storica stazione); bar e ristoranti offrivano wursteln e crauti, così si ammirava un Cartier in mezzo a profumi non certo parigini. Dopo qualche anno, in brevissimo tempo smantellata e ricostruita in vetro e cemento, la Fiera divenne un Salone, anzi Baselworld, mantenendo però l’ingresso ottocentesco.
Le “sorprese” di Baselworld
I bambini (e non solo) a Pasqua vorrebbero rompere subito l’uovo di cioccolato per vederne la sorpresa. Pensavo a questo guardando le anteprima dei Marchi che espongono in Fiera: uova di Pasqua con belle sorprese, anche se le più importanti vengono svelate solo all’inaugurazione. A costo di sembrare irriverente si potrebbe immaginare Baselworld come una bella pasticceria con tante uova nelle confezioni più vivaci, pronte per essere scartate.
Lipstick non è solo cosmetica
In inglese Lipstick significa “rossetto”. Oggi però è il nome scelto per una delle novità che Hermès ha preparato per Baselworld e che pubblichiamo in anteprima.
Il Lipstick in questione è una sfumatura di rosa, che si riallaccia ai fiori profumati, impiegata nel cinturino in vitello liscio che vivacizza l’Arceau in acciaio, ø 28 o 32 mm rispettivamente con movimento al quarzo oppure con movimento automatico. La Marca parigina che produce i suoi orologi in Svizzera, pone così in risalto non solo un nuovo segnatempo, ma sembra anche voler tornare alle origini, quando la marroquinerie era la sua produzione principale. Da 176 anni infatti è legata alla produzione degli articoli in pelle e i suoi cinturini cuciti a mano con il celebre punto sellaio, sono un punto di forza; dal 2006 inoltre è stato aperto, all’interno della Montres Hermès, un reparto esclusivamente dedicato ai cinturini.
Nel 2004 era stato invece De Grisogono a scegliere il nome Lipstick, quella volta legato alla forma della cassa dell’orologio, un astuccio da rossetto, rettangolare o cilindrico, posto orizzontalmente sul cinturino in galuchat. Al centro era incorporato il segnatempo in oro o incastonato con pietre preziose.
Zenith Academy Hurricane per Colombo
Le novità che saranno presentate a Baselworld si susseguono; alcune hanno l’embargo, cioè una data prima della quale non possono essere rese pubbliche. Altre sono libere e l’interesse cresce ovunque. A volte i giornalisti hanno amicizie franche nelle Maison (quinte colonne?), altre volte tirano a indovinare creando scompiglio nei concessionari che lamentano di non avere sempre la priorità nell’informazione.
Ancora e sempre Palace
Oltre alle novità già in rete in quello che ho definito il “Palace delle meraviglie”, vale la pena di aggiungere anche queste tre notizie. Prima di Baselworld ce ne saranno sicuramente altre, visto che informazioni (e foto) arrivano con il contagoce per mantenere la suspence e poi anche perché non sarebbe giusto bruciare le novità. Anche se non penso assolutamente che questi orologi possano essere facilmente copiati nel breve volger di qualche settimana (ma non si sa mai…)
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Il Palace delle meraviglie
Stanno arrivando le fotografie in anteprima delle marche che espongono al Palace a Baselworld, un salone nel salone si potrebbe dire. Agli inizi era una tensostruttura che aveva lasciato qualche perplessità (non però per i contenuti), sfumata nell’edizione del 2012 quando anche l’allestimento era diventato attraente.
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Il cronografo di Louis Moinet
Ho sempre sostenuto che in orologeria possono esserci molti padri per una stessa invenzione. Può dipendere da particolari più o meno importanti, dal fatto che le idee spesso volano nell’aria atterrando anche a centinaia di chilometri di distanza e in epoche lontane poteva essere difficile datare con sicurezza un’invenzione. Ma c’è anche un altro aspetto da considerare, non tutte le invenzioni hanno poi avuto la necessaria evoluzione per arrivare ad un pubblico più o meno vasto, cioè alla commercializzazione e di molte non sono rimasti che disegni o descrizioni.
Un lungo preambolo questo per il cronografo di Louis Moinet (amico di Breguet e personalità di spicco nella Francia orologiera tra il XVIII e il XIX secolo) presentato il 21 marzo dagli Ateliers Louis Moinet di Sainte Blaise, con una conferenza stampa on line, suffragata da storiche testimonianze di libri e documenti.
Il suo inventore lo definì “contatore dei terzi”, infatti il termine cronografo (letteralmente orologio che scrive il tempo) apparve solo nel 1821 con l’invenzione di Nicolas Rieussec.
L’orologio presentato il 21 marzo ha la cassa in argento, ø 57 millimetri, ed è stato ritrovato recentemente. Dai punzoni sulla cassa è stato possibile risalire alla data: 1815-1816.
Il tempo sul quadrante è diviso in sessantesimi di secondo (nel XVIII secolo Graham realizzo un orologio a colonna che divideva il secondo in quattro; all’epoca di Moinet il decimo di secondo era una misura ottimale per garantire la precisione del movimento).
Sul quadrante in alto a sinistra il contatore dei 60 minuti, a destra quello dei 60 secondi; in basso al centro il contatore delle 24 ore; due lancette identiche per secondi e minuti, una a pomme per le ore e una sottile al centro con contrappeso per il sessantesimo di secondo. Avvio, arresto e ritorno a zero con due pulsanti, idea sino ad ora attribuita all’inventore Adolphe Nicole nel 1862. Platina superiore e quadrante sono firmati Louis Moinet, le alternanze/ora sono 216.000, cifra che oggi sembra incredibile e che fa di questo scienziato dell’Ottocento il pioniere dell’alta frequenza.
Romantico Ulysse Nardin
Realizzato in 99 esemplari Stranger in the Night è stato presentato durante un Gala a Zurigo, dall’artista Dieter Meier in duplice veste: padrino della Techno-music e ispiratore di questo nuovo segnatempo che unisce musica e tecnica orologiera.
Meier è stato anche un grande amico di Rolf Schnyder e azionista della cordata che l’imprenditore orologiero aveva promosso per far rinascere negli anni Ottanta la storica Marca di Le Locle.
All’evento era a fianco di M.me Chai Schnyder, presidente di Ulysse Nardin e di Ludwig Oechslin, da sempre il mago dei movimenti complicati realizzati dalla Maison a partire dagli astronomici.
Per Stranger in the Night, che continua la tradizione della Marca con le ripetizioni minuti e le sonerie a cattedrale, sono stati necessari cinque anni di studio ed esperimenti.
Si può ascoltare l’indimenticabile canzone del 1966, resa celebre da Frank Sinatra, sia a richiesta premendo il pulsante a ore 10, sia al passaggio di ogni ora (ma si può anche attivare il silenziatore). A differenza di quanto accade generalmente nei segnatempo per selezionare le funzioni, non si estrae la corona ma si preme il pulsante che vi è inserito.
Naturalmente nel movimento, il Calibro UN690 a carica automatica e con 64 rubini, sono presenti molto componenti che hanno visto Ulysse Nardin iniziare per primo lo studio e l’applicazione del silicio, qui impiegato per scappamento, ancora e spirale.
La cassa in oro rosa ha un diametro di 45 millimetri; sul quadrante la data, indici in cifre romane, piccoli secondi alle sei e la complicazione musicale su un disco che ruota e che si riallaccia alla tradizione delle scatole-musicali.
Questa anteprima sarà senza dubbio una delle novità più interessanti fra quelle che la Marca di Le Locle ha preparato per l’appuntamento di Baselworld 2013. Il fatto di non averla coperta con l'”embargo” sino all’inaugurazione del Salone, fa pensare che non sarà l’unica. Forse la scelta di una canzone e non di un pezzo di musica classica la pone in un comparto diverso dal solito, smitizzando le difficoltà tecniche e portando il modello a un pubblico magari più giovane, anche se sempre provvisto di notevoli disponibilità economiche.
BASELWORLD – Salone dell’Orologeria e Gioielleria 2013
Aperto alla stampa e ai VIP dal 24 aprile (al pubblico dal 25) il più grande appuntamento orologiero conferma la Svizzera patria naturale.
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