Lo stand di Citizen ha incuriosito tutti. La sua grande vetrina scintillava con migliaia di elementi in metallo, quasi una caduta di stelle, la coda di una cometa o un’anticipazione natalizia. Invece quei pezzetti che sembravano volare nell’aria erano gli sfridi delle lavorazioni orologiere dei movimenti. Per la precisione 15.ooo, che invece di essere eliminati, sono diventati elemento principe di un’arte postmoderna ideata da un giovane giapponese.
Harry Winston Opus XIII
Il marchio Harry Winston da quest’anno ruota nell’orbita Swatch, ma ancora nulla è cambiato nella collezione degli Opus (e gli appassionati si augurano che continui così ancora a lungo). Il 13 è un numero che a qualcuno non piace, ma la XIII edizione, ideata come sempre da orologiai indipendenti, è ricca di un fascino, che fa tornare ai tempi dell’infanzia per il gioco degli elementi sul quadrante. Quando si parla di animazione spesso si pensa ai cartoni animati oppure, in orologeria ai movimenti di automi sul quadrante. Questo Opus di animazioni ne ha a iosa, ma tutte legate alla tradizionale indicazione del tempo istantaneo di ore e minuti. Le prime si vedono grazie a un sistema a scatto di 11 lancette, i secondi con un sistema retrograde di 59 lancette che ruotano di 40°. Quelle dei minuti sono in bianco e nero, quella dei cinque minuti in nero e rosso; quelle delle undici ore sono triangolari e ruotano di 180°, al posto delle 12 e delle 24 appare il logo HW. La corona carica i due bariletti nei due sensi, si regola l’ora ruotandola in un senso e nell’altro i minuti. Fin qui una rapida sintesi tecnica, ma c’è dell’altro…
100 anni da festeggiare
Il primo orologio costruito da Seiko in Giappone nel 1913 non fu solo un evento per la Marca, lo fu per l’intera nazione e l’anniversario è stato ricordato con molte novità. A Baselworld, nel nuovo stand, l’attenzione si è focalizzata prima di tutto sull’Astron GPS Solar, presentato a fine 2012 contemporaneamente a Londra (nell’Osservatorio di Greenwich) e a Tokyo (da Wako). A prescindere dalla sua precisione (scarto di un secondo ogni centomila anni) si carica con la luce e rileva, captandolo dai satelliti, il tempo esatto in 39 zone del mondo. Il nome è quello del primo orologio al quarzo.
Lo stile di Girard-Perregaux
Al termine della Halle 1.0 l’angolo di destra è stato occupato da tre stand apparentati. Quello di Gucci, del quale ho già parlato, e i due dei marchi che fanno capo a Sowind, vale a dire Girard-Perregaux e JeanRichard. Ancora una volta Girard-Perregaux ha messo in risalto il Tourbillon, icona della Marca sia nei secoli passati, quando fu realizzata da Constant Girard, sia quando Gino Macaluso lo fece modificare da Tasca in modello da polso, prendendolo come simbolo per i duecento anni della Maison. Da allora nelle versioni da uno a tre ponti d’oro le versioni si sono susseguite per la gioia di chi ama la grande orologeria. Altra freccia all’arco sia sotto il profilo della precisione sia per l’interesse che ha destato negli appassionati per l’inedita concezione, lo scappamento Constant, che ho già presentato nella sezione Tecnica.
La stella di Zenith
A Baselworld la Marca di Le Locle ha scelto di illustrare nel nuovo stand di 762 mq, su tre livelli, la sua eccezionale storia al fianco di esploratori: ieri nello scenario di lontani continenti, oggi in quello dello spazio con l’impresa di Felix Baumgartner. Una vetrina lunga 23 metri ha accolto modelli storici e nuovi, in un altro spazio, al passo con i tempi sempre più tecnologici, i 2.333 riconoscimenti ufficiali conquistati.
Dior pour Homme
Giocato sul bianco e nero, i colori che Christian Dior amava, il nuovo stand Dior a Baselworld ha messo in primo piano il Dior VIII di cui si è già molto parlato. Uno dei modelli esclusivi del Gran Bal, la collezione che fa pensare subito allo sfarzo degli abiti da sera che Dior disegnava e realizzava, negli anni Sessanta, per feste di cui ancora oggi resta il ricordo.
RW “boite à musique”
La passione per la musica di Raymond Weil non si smentisce nemmeno a Baselworld. Nel nuovo stand di tre piani la parete in legno dell’ingresso è decorata con una chiave di violino. La linea curva della superficie, viste le dimensioni, fa pensare a un contrabbasso, invece è un violoncello alto 9 metri che ha visto impiegare 59 elementi e 2.000 ore di lavoro. Anche nelle collezioni dei segnatempo continua la scelta di nomi legati alle opere o a temi musicali: i più recenti sono Jasmine per la Turandot di Puccini e Tango. Nella collezione Music Maestro, dedicata a chi dirige un’orchestra, quest’anno la cassa è in oro rosa e lo stesso accade per il Nabucco, due delle novità 2013.
Rombo di motori per Hublot
Nello stand Hublot diverse novità interessanti (e non solo di orologi). Attenzione del pubblico focalizzata sulla Watch Capsule a forma di pneumatico. Una stanza delle meraviglie? Quasi: una sala di proiezione con una comoda poltrona e uno schermo sul quale vedere in 3D il motore del segnatempo Hublot per Ferrari; accompagnato dal rombo di un’auto in gara. Guardando il filmato si poteva immaginare il motore di una Rossa e non di un orologio, scomposto e ricomposto.
Roger Dubuis Manifattura
Se dopo esempi storici di Manifatture (Rolex e Patek Philippe) scrivo di Roger Dubuis c’è un motivo legato all’attualità. Infatti adesso la Marca viene distribuita in Italia direttamente dal Gruppo Richemont di cui fa parte. La notizia è stata data dal CEO, Jean-Marc Pontrué, il 7 maggio a Milano nel corso di una conferenza stampa, che ha presentato le strategie tese a rilanciare il marchio soprattutto in alcune nazioni; in altre è saldamente attestato anche con più boutique monomarca. Bilancio a parte – nel Gruppo le cifre delle singole Marche sono sempre Top Secret – sono importanti quelle riferite alla parte operativa. Due edifici occupano 10.000 mq; 260 sono gli addetti di cui 160 orologiai; produzione circa 5.000 orologi all’anno, 31 Calibri esclusivi.
Ancora Eberhard & Co.
Il mitico Chrono 4 è stato fra i primi a essere pubblicato nell’ottica dei colori che, a Baselworld, hanno distinto molti orologi, ma le altre novità e il nuovo stand di Eberhard & Co. nella Halle 1.1 mi hanno fatto tornare in argomento. Nello stand quasi tutto lo spazio dell’ingresso è dedicato all’Alfa Romeo guidata da Tazio Nuvolari e alla Coppa Vanderbilt da lui conquistata negli USA nel 1936; si passa poi a un salotto con accoglienti divani mentre gli uffici sono al primo piano.