Il famoso coltellino svizzero multiuso è nato 130 anni or sono. Il fondatore scelse un nome augurale, Victorinox, perché la sua mamma si chiamava Victoria. In epoca più recente, 25 anni fa, l’azienda svizzera si è dedicata anche gli orologi. Segnatempo solidi e affidabili proprio come il coltellino che, tra le sue molte versioni, ne ha anche una con i piccoli attrezzi necessari all’orologiaio per i primi interventi.
Il titolo può far pensare ad un’azienda straniera, a un Museo moderno, invece niente di tutto ciò. Lowell è un’impresa emiliana che dalla fine degli anni ’60 opera nel settore orologiero; dagli orologi da parete (una pendola a colonna era stata battezzata Modena) alle sveglie, sino agli orologi-anello di marchi noti e agli orologi da polso.
Dinastia di gioielleri, i Buccellati stanno convertendosi agli orologi. Ne avevano già realizzati in passato, ma sporadicamente. Adesso li vedono non solo nell’ottica del gioiello, ma anche in quella del segnatempo all’insegna della tecnica più esclusiva, affiancata dal design moderno.
Maggio, il mese delle rose, sta per finire e torniamo a parlare di Orticola. La bella mostra-mercato milanese, che quest’anno è stata dedicata alle rose italiane, ha visto nel giorno dell’inaugurazione una sfilata di cappelli fioriti. Ne presentiamo alcuni insieme ad altri momenti: Barbara Monti, CEO di Eberhard & Co. che premia, con un Gilda, Susanna Magistretti selezionata da IO Donna e infine la mascotte di casa Monti in posa con un fiocco rosa.
Nella Firenze Medicea il tempo sugli orologi di torri e campanili veniva conteggiato a partire dal tramonto, la 24^ora non era la nostra mezzanotte, ma quella che vedeva il tramonto del sole e quindi durante l’anno gli orologi, con l’avvicendarsi delle stagioni, dovevano regolare l’unica lancetta che procedeva in senso antiorario. Il sistema, sicuramente più macchinoso di quello che oggi definiamo “tempo civile”, era un’eredità pervenuta da tempi ancora più antichi e si chiamò anche Ora dell’Ave Maria o Ora all’Italiana.
Dopo le casse in oro bianco, in oro rosa e in titanio per il Breva 01 arriva il massimo dell’understatement, la cassa in platino, in un’edizione limitata a 12 orologi.
Il tema della conferenza che Elena Introna ha tenuto ieri al Club del Mercoledì (Circolo della Stampa a Milano) era provocatorio, anche se certamente gli orologi sono stati a lungo un predominio maschile.
Nella buona e nella cattiva sorte, in ricchezza e povertà (ma sempre con i movimenti della più bella orologeria) e non è uno scherzo. Non sono molti i coniugi impegnati in una loro impresa orologiera. Un esempio lontano è forse quello di Constant Girard che aveva aggiunto al suo, il cognome della moglie: Perregaux; qualche coppia la troviamo adesso in Svizzera o in Germania, ma in Austria Maria (anzi Maria Kristina) e Richard Habring, sono gli unici.
A Milano negli anni ’50 c’era un preparatore di auto da gara, soprannominato il Veloce, che interveniva non solo sul motore, ma anche sulla carrozzeria per alleggerirla; non c’erano gli attuali controlli e, con qualche cautela, si circolava anche su strada. Il legame tra auto e orologi mi è tornato in mente vedendo l’esemplare unico realizzato da Grieb&Benzinger.
Oggi 1° maggio la grande Maison festeggia la sua fondazione avvenuta 175 anni or sono, e, come abbiamo pubblicato in marzo nella cronaca da Baselworld 2014, l’intera “famiglia” dell’azienda si è riunita per l’occasione. Ma c’è anche una seconda data in ottobre quando finalmente sarà svelato l’orologio dell’Anniversario e chi ha avuto la fortuna di assistere ai suoi 150 anni, sa di cosa sia capace la Marca ginevrina. Quindi auguri di cuore e…restiamo in attesa. soloPolso
