Il tempo è una parola dal duplice significato in qualsiasi lingua venga scritta o pronunciata. C’è quello atmosferico che un vento di grande entità può velocemente modificare portando pioggia e freddo al posto del sole promesso. E c’è poi quello inventato dall’uomo (quasi in un delirio di onnipotenza) che non volle più seguire l’alternarsi del giorno e della notte con il sole e la luna. Secondo la Treccani infine (basilare enciclopedia che pochi giorni fa ha compiuto cento anni) il tempo è una serie di istanti entro limiti definiti o vaghi, corrispondente alla durata di qualcosa.
The time a word with different meanings.

Grazie alla rete, che è riuscita ad annullare molte certezze, questa mattina presto mi è giunta una vignetta del tenero Snoopy, che informava come la giornata fosse stata annullata, invitando tutti a tornare a letto. La prima reazione è stata: “allora continuo a dormire”. Poi però riflettendo sul tempo annullato, l’impegno preso con chi segue le novità del nostro core-business, gli orologi, si è fatto sentire con molti interrogativi fantastici (“come sarà successo?”- “adesso cosa accadrà?”). Abbiamo immaginato nel mondo milioni di orologi rotti, storiche fabbriche sull’orlo del fallimento che nemmeno l’intelligenza artificiale arrivata dall’Estremo Oriente riusciva a evitare, una luce diurna continua o un’altrettanta continua situazione di buio profondo, e la posizione geografica non c’entrava. Un ritorno al futuro come nei film di Orwell e non è stato bello: per fortuna c’era la rete e sul cellulare e sul computer tutto era normale, con una sola eccezione. Gli “embargo” richiesti dai siti europei di promozione e comunicazione non erano stati rispettati, perché a est nessuno si era preso la briga di aggiornarli con i diversi fusi orari e noi siamo rimasti con il dilemma: ce ne freghiamo, dato che almeno 800 di milioni di cinesi conoscono ogni dettaglio? Triste dirlo, ma ci stiamo ancora pensando… quasi quasi do retta a Snoopy!