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Millemetri…

…cioè un km sulla terra, ma se si parla di orologi allora il discorso cambia. I meno giovani sicuramente ricorderanno, presentato a una Fiera di Vicenza nel 1997, un orologio senza il marchio della Casa produttrice, al suo posto una semplice parola: “Anonimo”.

Millimetri new Levanto 2024 seen in Novi Ligure W.O.I. Exhibition and his history.

L’idea era venuta a Federico Mattacesi e si basava su una giusta filosofia: l’acquisto di un orologio non deve basarsi sul marchio posto sul quadrante, ma sulle caratteristiche tecniche ed estetiche. Passano gli anni e nel 2013 Anonimo emigra nella Confederazione Elvetica dove un gruppo di imprenditori che lo ha apprezzato, si appresta a rilanciarlo sotto la guida del CEO Julien Haenny, che aveva lavorato in molte grandi aziende, e poi di Aldo Magada. Tornando al 1998 ricordiamo l’Anonimo Millemetri (che nella realtà nel 2002 fu testato anche alla profondità di m.1.200 dal CNS, nel corso del progetto Geostar al largo della Sicilia); poi arrivarono orologi professionali (ricordiamo quelli progettati da Dino Zei un ingegnere (amico, collaboratore e successore di Giuseppe Panerai) per Panerai, prima che questo Marchio entrasse a far parte del Gruppo Vendome, diventato poi Richemont. Continuando nei ricordi, Anonimo fu tra i primi a utilizzare casse in bronzo, w.r. am 120, per recuperare tesori sepolti in mare, e lunette in ceramica. In quanto al movimento agli inizi era un Calibro ETA 2824.2 dal rotore personalizzato per Anonimo, poi arrivò il Sellita SW 200-1 e per il cronografo il Sellita SW300 con modulo Dubois-Dépraz 2035M sviluppato in esclusiva per Anonimo.

Finito questo excursus nel passato, probabilmente ignoto ai giovani di oggi, arriviamo al Millemetri attuale, ereditato da Anonimo; l’azienda fiorentina ha esposto il Levanto a W.O.I. Watches of Italy a Tortona e al quinto W.O.I. emigrato a Novi Ligure, vi ha presentato il Levanto 2024, nome legato a un borgo marinaro delle Cinque Terre. Come il precedente modello esposto a Tortona, la cassa è in bronzo carrè galbè di circa 42,5 mm (tipico dei Diver Anonimo) con fondo in acciaio serrato a vite w.r. a mille metri; è stata rimossa  la valvola per il gas elio per un uso non professionale dell’orologio. Il bronzo impiegato ha una percentuale bassissima di Nickel e ferro con  la presenza di fosforo nella misura dello 0,4% garantisce una ottima resistenza all’usura e alla corrosione. Il colore rossastro del bronzo si lega cromaticamente a quello del quadrante. Le tre serie previste, ref.2023.01 Antracite, ref, 2023.02 Borgogna e ref, 2023.03 Marrone sono in tiratura limitata a 100 esemplari ciascuna, Le cifre arabe, ereditate dal Millemetri del 1997 sono ispirate al mondo dell’automobile sportiva degli anni ’70; indici a ore 3, 6, 9 e 12, e lancette sono stampati in materiale luminescente per assicurarne la visibilità notturna; tutti i quadranti sono sfumati verso il centro e i piccoli secondi decentrati a ore sette. Il movimento meccanico a carica automatica è il Calibro svizzero Landeron L24 che mantiene una perfetta intercambiabilità delle componenti con l’Eta 2824; i rubini sono 24 e le A/h 28.800, la riserva di carica è di 40 ore. I cinturini water resistant foderati o sfoderati sono realizzati con trattamento tecnologico brevettato che ne assicura l’uso per una intera stagione di immersioni rimanendo al contempo morbidi e piacevoli al contatto. La confezione è in pelle nappa; della stessa pelle sono anche il porta orologi da viaggio e il porta garanzia, l’intero packaging è realizzato artigianalmente a Firenze.  Il set  include anche le chiavi Allen esagonali che consentono al proprietario di eseguire da solo il cambio del cinturino. E anche oggi dopo circa un trentennio dietro a Millimetri c’è Federico Massacesi.

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