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Riflessioni: di tutto un po’

Iniziamo proprio da questo po’ (abbreviazione di poco), che sempre più spesso viene scritto “pò”, con la o accentata, un insulto alla lingua italiana, che speriamo derivi solo dalla fretta di digitare due soli tasti e non tre. Secondo appunto su cui rifletto, ma è così difficile tradurre le cifre romane dei secoli con le cifre arabe?

Today we are writing something about what we read on web and heard in talk-show about two high level Brands and Tourbillon; then is it so difficult to change Roman numbers in Centuries with Arabic ones? and last ,something about very young people: from musical genius W.A.Mozart to a nice 12 years old girl loving watches.

E ci spieghiamo meglio. Molti pensano che il XVII secolo sia il Settecento, invece no, è il Seicento perché il primo Secolo d.C, è quello che inizia con l’anno n 1 e termina con l’anno n 100, il secondo (II ) va dal 101 al 200 e così via.

Nel XVIII Secolo, detto anche il secolo dei lumi (la Ragione prevalse su Chiesa, Religione e anche sull’Umanesimo rinascimentale), nacque, nel 1756, un genio della Musica, W.A.Mozart che, ancora bambino, si esibiva suonando il pianoforte. Allora la sua fama correva di bocca in bocca, mentre nel XX Secolo Ambra Angiolini, nel programma di Gianni Boncompagni, sbancò gli ascolti televisivi di “Non è la RAI” fino al 1995/96, quando Boncompagni preferì chiuderlo invece di affidarsi ai numeri di Auditel. Già allora, dietro al sipario, c’era il cosiddetto “Gobbo” che suggerire molte, se non tutte, le frasi della presentatrice. E per restare in tema orologiero, ai tempi nostri, ci è sembrato logico pensare che soluzioni analoghe possono avvenire anche con i video di spigliate e simpatiche dodicenni, appassionate di orologi sin dall’età di 8 anni, che, con le piattaforme sul web, possono avere, rispetto a Mozart, platee internazionali.

Infine un pensiero a chi, con l’avanzare dell’età, può avere meno facilità di attenzione o non ricordare soprattutto i nomi (ai quali arrivare in seguito con un paziente lavorìo cerebrale pensando a fatti o luoghi, connessi a ciò che non si ricorda).

Breguet: presentato ai primi di Ottobre 2023 il Tourbillon (visibile a ore 5) nella collezione Marine, ha la cassa, ø 42,5 mm in platino o in oro rosa. Il nuovo movimento automatico Calibro 581 di Manifattura, è un ultrapiatto: spessore soli 3 mm grazie alla massa oscillante periferica; A/h 28.800, carica 80h, gabbia e spirale in silicio. Il quadrante soleil è blu Navy per il platino e ardesia per l’oro rosa con il giro delle ore decentrato; indici in cifre romane e lancette Breguet a “pomme” in oro, sono luminescenti. Da notare che la fibbia del cinturino (nel metallo della cassa) riprende il design della massa oscillante

A me è successo recentemente con quanto detto da un orologiaio a proposito di Blancpain e il silicio; invece di Blancpain ho pensato a Breguet, il cui tourbillon Marine era più attuale di quello della collezione Villeret di Blancpain. In quanto al silicio (se non sbaglio definito sbrigativamente “vetro” anche se ricordi liceali mi fanno pensare a un elemento chimico, semimetallo e semiconduttore presente nella crosta del nostro pianeta in grande abbondanza (al secondo posto dopo l’ossigeno). E per buona misura lo si trova in argilla, feldspato, granito e quarzo, in forma di biossido di silicio, silicati e alluminosilicati, composti che contengono silicio, ossigeno e metalli. Ricordo che un dirigente di Seiko, a Baselworld 2016, a proposito dell’impiego del silicio in orologeria mi disse: “Non siamo certi della sua durata, non ci bastano i test virtuali, vorremmo avere anche quelli nella realtà”. Questo però accadeva molti anni fa e gli studi dei ricercatori nei vari Centri specializzati e nelle Università, hanno fatto passi da gigante. I processi, riservati agli inizi per il loro costo a produzionI della fascia più alta, sono stati modificati, dando così vita a nuovi stabilimenti che hanno reso le produzioni accessibili anche a Marchi medi, come ad esempio Tissot e non solo a Blancpain, Breguet o altri.

Infine, pur non essendo una sciovinista, trovo che l’eccellenza degli italiani in molti campi sia incontrovertibile, anche in orologeria, con l’orologio astronomico ideato da Giovanni Dondi nel XIV secolo. Altri primati furono raggiunti a Roma nel XVII secolo con gli orologi cosiddetti “notturni” che oggi non sarebbero accettati perché provvisti, all’interno della cassa, di una candela o una lampada a olio (avevano anche un particolare curioso, un camino nella parte alta della cassa per permettere all’aria calda e al fumo di uscire). L’orologeria Lazzarini nel sito L’orologiaio ne ha descritto, pubblicando anche un disegno, il loro funzionamento. Per vedere l’ora al buio i fratelli Campani idearono tre dischi rotanti sui quali erano traforate le ore (su uno le cifre II, V, VIII e XI, su un altro I, IV, VII, X, e sull’ultimo III, VI, IX, XII). I tre dischi erano sistemati su un disco anch’esso rotante che, da un’apertura in alto a 180° indicava in alto i quarti. Grazie alla luce della candela, quando i dischi ruotavano, nell’apertura la cifra traforata veniva illuminata; il disco percorrendo poi l’intero arco di 360° arrivava al termine e a quel punto si muoveva l’altro disco per la cifra dell’ora successiva; alla fine la posizione indicava l’ora intera.


Il primo orologio meccanico ” portatile, cioè da portare sulla persona, sarebbe stato invece opera di un orologiaio tedesco, Peter Henlein, nato a Norimberga nel XV secolo dove morì nel 1542, che lo avrebbe realizzato su ordine di un Re di Francia. Un po’ di storia dell’orologeria non fa male in un’epoca in cui sembra che tutto ciò che interessa il grande pubblico siano i colori di quadranti e cinturini, oltre, beninteso, il prezzo.

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