A prescindere dagli Swatch che sul quadrante avevano un uovo al tegamino, o quelli ispirati dal mondo vegetale (dal peperone al cetrioli), ci sono altri esempi di orologi che mostrano curiose analogie per buongustai. Sia in fatto di colori (molto di moda adesso il Burgundy che addirittura in certi orologi – Angelus x Chateau Angelus, offerto a Only Watch 2023, ha il colore realizzato con tecnologie vinarie) sia per il nome. E qui vogliamo proprio riferirci al nome scelto in Puglia negli anni ’70 e in Svizzera negli anni Duemila,.
Two Brands and one watch name(Oktopus) one in the Fifties and one in XXI Century, first inspired by Italian gastronomy, second by the sea.
Nel 2002 due amici, Morten Linde e Jorn Werdelin; fondarono in Danimarca un’impresa orologiera che ai movimenti meccanici univa anche una componentistica elettronica. Una delle prime collezioni fu chiamata Oktopus, nome scientifico del polipo. Non c’era alcun riferimento gastronomico, ma solo l’ispirazione legata al mondo subacqueo. Nel corso degli anni si sono susseguite numerose varianti tra le quali quella qui pubblicata, con l’incisione dei tentacoli del polipo su cassa e lunetta (e anche sul fondello) ripresi dall’opera di un artista di tatuaggi: Jenning Hansen. Nel 2010 la Linde Werdelin ne fece, anche un’edizione tutta in acciaio, in tiratura limitata a 88 esemplari, presentandola a Baselworld; il movimento era l’automatico Frederic Piguet, calibro 1150, i tentacoli del polipo erano incisi sulla cassa e sul fondello..
Lasciamo questi ricordi, per altro abbastanza recenti, per scrivere della scelta di un grafico bresciano, Alessandro Leali, diventatoi imprenditore orologiero che, amando le immersioni, decise di chiamare Octopus il suo primo orologio, proprio come l’esemplare prodotto nel 1973 da un Marchio italiano, fondato in Puglia negli anni Cinquanta.
Questa storia è legata a quella creatività tutta italiana che, dopo la fine della II Guerra Mondiale, dimostrava le sue capacità n molti settori. Aveva 16 anni Giulio Capezzone quando, in Puglia, iniziò a vendere orologi visitando i clienti nei vari paesi raggiunti a bordo del suo motociclo. Si appassionò tanto al mondo delle lancette che una decina di anni più tardi, aiutato da un amico, aprì a Bari un negozio con annesso laboratorio, che presto dotò di macchine per realizzare quadranti e assemblare i segnatempo.
A questo punto nacque il Marchio Veri-Watch registrato all’Ufficio Brevetti di Roma nel 1961. La produzione piaceva, l’impresa crebbe appoggiandosi a terzisti elvetici per le fornitura dei componenti. Negli anni 70 dalla collaborazione con il Marchio Aquila nacquero orologi subacquei e nel 1973 l’Octopus, il cui nome fu scelto da Pasquale, figlio di Giulio, in omaggio alla gastronomia pugliese. In seguito con l’avvento del quarzo e la crisi del comparto, Veri-Watch chiuse i battenti.
Nel 2020 però è tornato a vivere con Alessandro Leali, che ha scelto una grafica personale per il Marchio e per il nome dell’orologio (con la O che ricorda la testa del polipo e la C e la T molto particolari), mentre sul fondello il polipo è riprodotto senza i tentacoli. L’attuale Octopus 1973, con o senza data, è un orologio diver medicale con la cassa in acciaio 316L ø 38 mm w.r. a 20 ATM, corona a vite e fondello inciso (vedi la foto più sopra); la ghiera esterna girevole unidirezionale ha 120 click, sul réhaut del quadrante scala pulsometrica su base 30. Il movimento automatico Sellita è il Calibro SW 200-1-a. Cinturino in caucciù o NATO.