Nato nel 1989 e presentato da Audemars Piguet al Salone di Basilea (18-25 Aprile 1991) lo Stars Wheel mi fece conoscere un aspetto spesso nascosto dai grandi Marchi. Dopo la sua presentazione alla stampa specializzata, ne parlavo con entusiasmo da Jaeger-LeCoultre e il commento dell’allora distributore italiano fu: “strano, noi lo stiamo ancora testando”.
New Code 11-59 Starwheel, with white gold case and adventurine blue dial, remembering first Stars Wheel unveiled at Basel Exhibition 1991.
Come?! Allora non conoscevo bene gli intrecci fra le Maison e meno i moduli che li accoppiavano, così passai ad altro senza approfondire, anche perché il mio interlocutore si era accorto di essere entrato in un campo, per così dire, minato.
Dire pubblicamente che si impiegavano movimenti realizzati da altri era quanto meno “disdicevole”. Oggi invece, in omaggio alla trasparenza e alla maggiore conoscenza degli orologi da parte degli appassionati, lo Starwheel realizzato fino al 2003 in diverse versioni, è entrato da Dicembre 2022 nella collezione Code 11-59 di Audemars Piguet; il suo movimento automatico è il Calibro 410, evoluzione del 409, su base JLC 899. rubini 32, A/h 28.800. carica 70 h.
La cassa del Code 11-59 più moderna di quella tonda tradizionale, è in oro bianco ø 41mm ed è composta da più forme geometriche sovrapposte, stesso metallo anche per la lunetta e il fondo, mentre carrure e corona sono in ceramica nera; sul quadrante in avventurina blu ruotano su se stessi i tre dischi bombati in alluminio trattati PVD neri e con una finitura opalina microbillé, sui quali le ore vaganti (nel ’91 erano definite danzanti, altri le chiamano vagabonde) sono dipinte in bianco su un settore di 120 gradi ad arco dalle 10 alle 2 e, come il réhaut, sono realizzate nei toni del nero con i puntini dei minuti in bianco. Cinturino in caucciù nero testurizzato con fibbia ad ardiglione in oro bianco.