Luca è Luca Soprana e rappresenta la quarta generazione di una famiglia di orologiai in parte rimasta nella natia Valdagno, e in parte, trasferitasi nel 1910 a Vicenza aprendovi un negozio ed una galleria molto noti agli appassionati di orologi.
Luca is well known watchmaker Soprana, whose family has worked since XIX Century in watchmaking. After University in Bologna, Luca decided to follow watchmaking, in Swiss he worked with important Brands and founded his Atelier; among his watches we are publishing Astronomy Sky and Old School whose movement reminds a Pocket Watch movement.
La famiglia premeva perché si laureasse e iniziasse una carriera più sicura di quella dell’orologiaio, ma evidentemente i geni del bisnonno Alfredo (che in Argentina aveva lavorato per il servizio post-vendita di Ulysse Nardin e Vacheron & Constantin) e, a Valdagno, l’eredità di nonno Roberto, hanno avuto la meglio su ogni ragionamento pratico e il giovane laureato si è trasferito in Svizzera con grande dispiacere del nonno e del papà.
Gli abbiamo domandato se, essendo un italiano geniale e insofferente delle rigide gerarchie, ha avuto dei problemi di inserimento nella Confederazione.
“Per tutti gli immigrati, in qualunque paese e settore non è mai facile – ha risposto – In un settore tradizionale come l’orologeria è difficile, non direi per il fatto che sono italiano, (oramai qui siamo una – minoranza – totalmente accettata e integrata), ma direi piuttosto per il fatto che noi non abbiamo avuto una tradizione di scuole e di orologiai di alto livello negli ultimi 100 anni. Qui (in Svizzera) ho imparato molto, grazie al fatto che sono restato il più umile possibile, al fatto di essere disponibile ad apprendere, e di aver imparato, in Italia, il rispetto del Maestro, grazie a mio nonno. Il rispetto è l’ascolto sono fondamentali in un mestiere legato al “savoir-faire” come il nostro. I veri segreti si passano solo ai figli, ai nipoti o ai nostri “discepoli”: un artigiano ti apre il suo universo di segreti solo se ha un grande rispetto e una grande stima per l’allievo.
“Come vede oggi l’orologeria meccanica?”
“L’orologeria meccanica continuerà a svilupparsi come ha fatto negli ultimi anni. Continuerà questa concentrazione di marchi svizzeri all’interno delle grandi multinazionali del lusso, e una “monetarizzatione” del collezionismo. Con cicli più o meno lunghi (secondo me 3/5 anni), continueremo a vivere le crisi del settore e periodi di una crescita molto veloce. Probabilmente quando arriverà il picco di questa fase estremamente legata ai “collezionisti investitori” arriverà un totale impoverimento della tecnica artigiana e un impoverimento dei contenuti di vendita, come si è prodotto già in molti settori con l’arrivo delle multinazionali del lusso”.
A questo punto – avevamo promesso di fare 4 o 5 domande – siamo passati ad argomenti che meglio raccontassero Luca nella quotidianità familiare, a partire dal nome del suo laboratorio “Atelier 7,38h” (l’ora del nascita del primo figlio) e gli abbiamo chiesto se ricordava il suo primo orologio.
“Certo!!! Mio Padre mi regaló un Pulsar Game Watch Y765, avevo 8 anni. Ero il solo ad avere un orologio del genere a scuola, generando l’invidia di tutti i miei compagni di classe. Forse con quel regalo mio padre mi insegnò quanto fosse importante il lato divertente dell’orologeria… da allora per me l’orologeria é restata per sempre un gioco.”
“Ha mai regalato un orologio a una donna e come l’ha scelto?”
“Si , mia moglie si è sempre lamentata di essere sposata ad uno orologiaio e non avere un bel l’orologio, così le ho regalato un Reverso carica manuale, di taglia piuttosto piccola… mi piace molto. Io non ho alcun interesse per indossare e mostrare gli orologi, quindi per me tengo qualche bel orologio da tasca con cui mi rifaccio gli occhi tranquillamente a casa o in laboratorio. L’orologio da tasca preserva ancora il lato romantico dell’orologeria, con la contemplazione del lavoro dell’artigiano“.
A conclusione di questa breve chiacchierata con un uomo che, con il suo ingegno, fa onore all’Italia, ricordiamo alcuni momenti della sua vita in Svizzera che ha visto, per tempi brevi, l’inserimento in grandi Marchi (quelli che noi definiamo “Ministeri a compartimenti stagni”) ma anche la soddisfazione di lavorare con Vianney Halter (il cui Tourbillon, nel 2013 al GPHG ha vinto nella categoria dell’innovazione) o con Massena LAB (che quest’anno ha presentato con Soprana l’Old School, un orologio dotato di un calibro da tasca con grande bilanciere) e di aver instaurato una collaborazione continua con Jacob & C. (dalla collezione Astronomia agli orologi Bugatti e altri). Gli abbiamo chiesto una sua fotografia, ma ha schivato la risposta, non è tipo da ambire al palcoscenico, così abbiamo scelto di pubblicare due dei suoi orologi che ci sono sembrati i più emblematici.
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