Ieri, scrivendo del Vacheron Constantin 1921, pensavo agli orologi di forma che hanno rivoluzionato la tradizionale cassa rotonda (soprattutto gli asimmetrici) e dal famoso cassetto della memoria mi sono tornati in mente alcuni Patek Philippe degli anni ’50.
Yesterday writing the article about Vacheron Constantin 1921 I remembered some original Patek Philippe watches and looked for some book in my library in order to find them. Also Patek Philip whose watches are very classic, in he Sixties produced asymmetric watches.
La Marca ginevrina è sempre stata molto classica nelle sue scelte (Il Nautilus, nato dopo il successo del Royal Oak, trovò subito l’approvazione di Philippe Stern, ma anche un’accanita opposizione interna, comunque ogni regola ha la sua eccezione e quelli che ricordavamo erano orologi che uscivano dagli schemi; in qualche caso si potevano tranquillamente definire asimmetrici, anche se – secondo la Treccani – asimmetrica è una forma che manca di armonica corrispondenza fra le parti; però a questo punto, pensando alla musica, si può arrivare alle dissonanze armoniche entrando in un discorso difficile da concludere. Così tornando agli orologi originali per la forma, ho preso in biblioteca i due libri che ricordavo: “Patek Philippe orologi da polso” di Martin Huber e Alan Banbery in collaborazione con Gisbert L.Brunner, edito da Antiquorum e il catalogo che Antiquorum pubblicò nel 1989 per l’asta “L’Arte di Patek Philippe” che si tenne all’Hotel des BergUes a Ginevra il 9 aprile 1989.
Dal primo pubblichiamo la fotografia di pag.155 con una rosa di dieci orologi da polso su cinturini rossi, più due altri modelli, che formavano una serie di prototipi la maggior parte dei quali non fu mai messa in produzione e con il senno di poi diciamo che è stato un vero peccato.
Dal secondo abbiamo scelto i lotti 102 e 103 (stimati rispettivamente 70.000/90.000 SFr e 40.000/50.000 Sir). Sono due prototipi asimmetrici, disegnati alla fine degli anni ’50 da Gilbert Albert; quello triangolare con cassa cambré in oro rosa (mm 31×32), è firmato su cassa, quadrante e movimento, il Calibro 23-300. Anche il secondo è stato disegnato da Gilbert Albert, la cassa di forma misura mm 27×26, il movimento è il Calibro 8”’85.
Gilbert Albert, nato a Ginevra nel 1930 e deceduto nel 2019, dopo aver frequentato l’Ecole des Arts Industriels, specializzandosi come designer di gioielli e orologi, a 25 anni entrò da Patek Philippe di cui per sette anni fu “createur e chef d’atelier” molto apprezzato da Henry Stern; numerosi orologi da donna furono disegnati da lui entrando poi regolarmene in produzione. Lasciato l’incarico da Patek Philippe divenne famoso soprattutto per i suoi gioielli e negli anni ’70 aprì una sua galleria e un laboratorio a Zurigo, affiancandovi poi anche boutique a Dubai e Mosca.