In rete Nick Hayek, CEO del Gruppo Swatch, ha presentato oggi, con una conferenza stampa internazionale, il bilancio del 2020; come è noto soloPolso non è una rivista di economia e dai bilanci dei grandi Gruppi in genere cerca di estrapolare solo alcuni dati del comparto che ci interessa, quello di orologi e gioielli.
Today an international Press Conference online has been held by Swatch Group, here something about, while annual report 2020 is online.
L’incontro con Nick Hayek, Direttore Generale del Gruppo è stato interessante soprattutto sotto il profilo della produzione industriale, di quel comparto innovativo e d’eccellenza, definito 4.0, un settore poi illustrato con una serie di slides che hanno messo in risalto tempi e cifre per la produzione di movimenti destinati a grandi serie (quelli destinati a Marchi d’élite e ancor più alle tirature limitate, oggi così in voga, fanno parte di un altro settore la cui evoluzione è molto meno d’impatto). Hayek ha definito questo comparto la spina dorsale industriale del Gruppo, alla quale negli ultimi dieci anni sono stati destinati investimenti per 2,6 miliardi che hanno portato ad altrettanti importanti risultati. Basti dire che da ETA, il più grande produttore di movimenti al mondo, il sistema automatizzato FlexPro consente una flessibilità di impostazione a seconda delle necessità dei mercati.
Altrettanto interessante il comparto Renata, dove si producono pile all’ossido di argento non solo per orologi, ma anche per apparecchiature mediche o altro, per un totale di circa 150 milioni di pile all’anno, provvedendo al controllo delle lavorazioni, del dosaggio del materiale necessario e alla tracciabilità produttiva con sistemi automatizzati.
Nel corso dell’anno 2020 il mercato migliore è stato quello cinese e soddisfazioni sono arrivate anche dagli USA; sono state chiuse o ristrutturate molte boutique, ma ne sono state aperte di nuove, hanno sofferto, per il fermo dei viaggi, soprattutto i punti vendita negli aeroporti, per esempio quello di Zurigo mentre a Macao Harry Winston ha aperto una boutique e il nuovo punto vendita Tissot a San Pietroburgo è un grande successo (molte speranze si pongono proprio nel nuovo T-Touch connesso che si può impiegare anche come orologio tradizionale); per gli orologi realizzati per le prossime Olimpiadi di Tokyo la produzione sembra non essere sufficiente alle richieste. Insomma un panorama variegato con innegabili contrazioni, ma anche con altrettanta volontà di far fronte ai problemi che ormai da un anno coinvolgono tutti i mercati. L’e-commerce ha dato buoni risultati con volumi aumentati dell’11% (ma per Swatch del 29%) comunque le piattaforme non devono essere considerate sostitutive dei negozi tradizionali, ma motivo di sprone per renderli più competitivi.
Un cenno anche ai due orologi indossati dal CEO, a sinistra il nuovo Tissot T-Touch e a destra, in anteprima, uno Swatch in ceramica che sarà presentato in aprile con un lancio particolare. In quanto ai diversi Marchi: Flik Flak e Swatch non hanno sofferto troppo per i lock-down, Grande interesse ha destato Tissot, seguono Hamilton e la corazzata Longines, poi Omega con le edizioni olimpiche; nella fascia più alta Harry Winston, Blancpain (e qui Nick Hayek ha fatto i complimenti al nipote Marc Hayek che ha proseguito nella strada indicata dal nonno) e Breguet, storico marchio estremamente selettivo che fa parte di un mondo a se stante; forse ci siamo distratti ma non ci sembra averlo sentito citare Jaquet.Droz, splendido marchio di nicchia.
Infine ecco le cifre, il bilancio netto del Gruppo Swatch nel 2020 con CHF 5.595 milioni ha visto una flessione del 28,7% rispetto al 2019 a tassi costanti e del 32,1% a tassi attuali e quindi una perdita di CHF 296 milioni. I risultati del secondo semestre sono stati migliori di quelli dei primi sei mesi 2020; bene anche il settore orologi e gioielli, con un incremento del 17,8% rispetto al 14,8% ottenuto nello stesso periodo dell’anno precedente; alla fine del 2020, visto il livello degli ordini, la produzione ha segnato solo un – 4% rispetto all’anno precedente. Quindi, vista anche la solidità del cash-flow il Consiglio d’Amministrazione ha proposto un dividendo di CHF 3,50 per ogni azione al portatore (l’anno scorso fu di 5.50) e di CHF 0,70 per quelle nominative (1,10 nel 2019).