Ai primi di Ottobre l’ufficio stampa di Chopard ci ha inviato una serie di fotografie, alcune coperte da embargo, su un tema che per soloPolso, era un invito a nozze: 25 anni di Manifattura. Complici i molti eventi (GPHG, asta Only Watch, Dubai Watch Week e altre novità) abbiamo rimandato la ricerca nel cassetto dei ricordi e, come vedrete, siamo arrivati a 31 anni fa, quando Karl Friedrich Scheufele non era ancora co-President e al polso aveva il prototipo del Mille Miglia d’oro.
On last October we knew that Chopard was going to remember its 25 years of manufacturing watches (some with embargo on November9 so we waited in order to remember also years before 1996 and having found some articles published on 1990 and 2006 we are going to publish these news.
Oggi abbiamo completato la ricerca e vogliamo fare un elogio a una famiglia che, come avevano fatto gli Stern con Patek Philippe, è riuscita a mantenere in vita un Marchio del XIX sec., continuando a dedicarsi all’orologeria meccanica. Karl Scheufele (terza generazione di imprenditori orafi a Pforzheim) nel 1963 aveva terminato la ricostruzione della sua azienda e poiché amava gli orologi, si interessò ad una storica impresa elvetica, la Chopard, fondata più dl un secolo prima; i pronipoti del fondatore non si interessavano di orologi, così Pul André, nipote del fondatore accettò l’offerta di Scheufele con il quale collaborò sino a quando morì, nel 1968.
I capitali tedeschi e le nuove tecnologie fecero rifiorire il Marchio svizzero e nel 1990 la stampa specializzata italiana fu invitata a visitare il nuovo stabilimento Chopard a Ginevra (nella foto. sopra. l’articolo pubblicato su POLSo n°18/1990 e che riassumiamo in parte§). Karl-Friedrich, allora non ancora co-President dell’azienda, indossa il prototipo del Mille Miglia d’oro; Caroline, la sorella, anch’essa poi nominata co-President, si è sempre occupata di gioielli, con qualche rara eccezione per gli orologi-gioiello e a questo proposito va ricordato che al recente GPHG 2021, ritirando il premio per gli orologi gioiello, Karl Friedrich, lo ha dedicato alla sorella.
Per la visita di oltre trent’anni fa, avevamo dovuto indossare copriscarpe per evitare di “appropriarci” delle particelle d’oro che venivano recuperate dalle lavorazioni (ogni anno diversi chili), iniziando dalla fonderia dove l’oro, unito ad argento e rame, dopo essere passato al laminatoio si trasformava non solo in sottili lamine per i gioielli, ma anche in casse e fondelli per orologi; arrivammo poi dove si completavano le ebauches Piguet e LeCoultre con complicazioni made in house, di lì partì il progetto di Karl-Friedrich per una Manifattura. La nuova Chopard non lavorava per altri Marchi, unica eccezione i negozi Wempe, poiché entrambi i proprietari erano amici da anni.
A fianco di Karl Scheufele c’è sempre stata la moglie Katrine (pochi si azzardavano a chiamarla “Colonnello”); incontrandola diversi anni più tardi a Inhorgenta mi parlò della nipotina Caroline con la quale giocava al negozio, allestendo, sul letto matrimoniale, eccezionali vendite di gioielli. A una delle ultime Baselworld, sulla targhetta di una delle receptionist, lessi Caroline Scheufele; le chiesi se era la figlia di Karl-Friederich e al suo cenno affermativo, le raccontai delle confidenze della nonna, che lei completò con un sorris.
Karl-Friedrich, appassionato di orologeria meccanica, nel 1996 aveva avviato il progetto della Manifattura a Fleurier e nel 2006 presentò alla stampa i risultati dei dieci anni di lavoro. Agli inizi Chopard a Le Fleurier era in affitto, ma in pochi anni riuscì ad acquisìre l’intero stabile di sei-sette piani, allestendovi anche un Museo orologiero, dove spiccava un cronometro di Ferdinand Berthoud, famoso maestro orologiaio della Val Travers. Questo marchio grazie al co-President di Chopard, nel 2013 è tornato a nuova vita. In quegli anni nacque anche il progetto del marchio di Qualità Fleurier, ispirato ai canoni del Punzone di Ginevra.
Oggi per il 25° anniversario della Manifattura sono stati presentati orologi ad hoc, ricordando anche i numerosi segnatempo che, anno dopo anno, hanno portato i Chopard e in particolar4e i LU.C. nell’alta orologeria (nelle foto sopra da sx a dx orologi del 1997, 2000, 2002, 2005, 2006 e 2009, che mostrano come siano stati rappresentati, nel corso degli anni, tutti i comparti orologieri, da quelli sportivi a quelli eleganti sino ai complicati).
Ed eccoci alle novità, facciamo solo un accenno al modello che ogni anno Chopard realizza in omaggio alla cultura messicana; il Dia de los Muertos è un L.U.C. Full Strike, Ripetizione Minuti con Punzone di Ginevra e certificato di cronometro dal COSC, Ne è stato realizzato in un solo esemplare; la cassa ø 42,5 mm è in oro bianco etico e zaffiri, ha la carrure finemente incisa e il fondo in vetro zaffiro; sul quadrante il teschio inciso a mano e dipinto con smalto champlevé blu ha i denti in madreperla e diamanti. Il movimento è il calibro L.U.C. 08 01 L1 a carica manuale (circa 60 h di carica), A/h 28.800, finemente decorato.
Molto più vicini al nostro gusto i 50 esemplari del L.U.C. Flying T Twin, certificato cronometro dal COSCVsempre con cassa in oro bianco etico ø 40 mm, ha la corona analoga e la carrure satinata, decorata verticalmente cone lo spazio tra le anse. Il movimento, visibile dal fondello è il Calibro automatico con microrotore inciso in oro 22 carati, i componenti sono 189, i rubini 25, le A/h 25.200, due i bariletti sovrapposti (tecnologia Chopard Twin), scappamento a tourbillon, bilanciere a inerzia variabile. Il quadrante in oro massiccio è blu grazie al trattamento galvanico; sul medaglione centrale guilloché a mano con motivo ad alveoli, giro delle ore azzurrato con cerchi concentrici, lancette dauphine fusé rodiate, quella dei secondi sulla gabbia del tourbillon è bianca e infine cinturino in alligatore blu.
Sempre interessanti gli articoli di Elena Introna, che dimostra una profonda conoscenza del mondo dell’orologeria!