Ieri abbiamo pubblicato l’orologio che Linde Werdelin ha dedicato agli appassionati di sport subacquei, oggi, complici le previsioni meteo che danno temperature artiche in arrivo e la fotografia di una tenda moderna, completiamo l’articolo con quanto ha ricordato per LW il comandante danese Claus Kongsgaard.
A red tent during 1928 and one modern tied to a watch: Linde Werdelin Oktopus Moonlite.
L’interessante racconto di una spedizione in Groenlandia che, tra le fotografie aveva quella di una tenda rossa, ha fatto scattare alcuni ricordi: quel libro che scomparve durane il trasloco da Roma a Milano negli anni ’40, era una delle prime edizioni autografate da Viglieri che nel 1929 raccontava l’odissea dei 48 giorni nella tenda rossa sul Pack dopo il disastro del dirigibile Italia nel 1928, nella nostra biblioteca aveva sempre avuto un posto importante; nel 1943 l’avevo letto ma ero troppo piccola per capirlo bene.
Dopo oltre mezzo secolo un’altra tenda rossa (più ampia di quella del ’28 prevista per 4 persone – m.2,75 x 2,75 e alta 1 metro- ne accolse 9) ha attirato la mia attenzione spingendomi a completare quanto scritto ieri. Recentemente Linde Werdelin ha pubblicato il racconto della spedizione, guidata dal pilota dell’Air Force nazionale, Claus Kongsgaard, tra i ghiacci della Groenlandia per l’esplorazione di crepacci di profondità sconosciuta che si aprono in una particolare area (con temperatura che da +5° arrivano a -65°) cambiando inoltre in pochi mesi località e dimensioni.
Al termine di una pericolosa discesa durata più di mezz’ora, ricorda il Comandante, fu raggiunta una caverna di una cinquantina di metri che si apriva alla profondità di m.175 sotto la superficie del ghiacciaio, con temperature di -40°, dopo l’esplorazione e la raccolta di dati utili per conoscere la storia del nostro pianeta, la risalita prese un’ora e 40 minuti.
Al polso degli esploratori c’era uno Oktopus Moonlite che sopportò perfettamente temperature glaciali consentendone anche una rapida lettura del quadrante.