Sulla rivista POLSO, che ho diretto dal 1987 al 2012, Gerald C. Genta (nel 1900 la C di Charles era però sconosciuta ai più) è stato una presenza continua per la creatività degli orologi, l’ironia delle boutade e i ricordi, eccone uno sul Cellini King Midas.
Remembering an exclusive article published on 2010 October by Orologi da POLSO written by Gerald Genta about Cellini King Midas and an anedocte during an interview to the former president of Eberhard&Co.
Nel 2010, al geniale designer italiano non bastava un marchio di nicchia, come il Gerald Charles, né qualche consulenza presso grandi Maison per le quali aveva ideato orologi di successo e Orologi da POLSO gli offrì un palcoscenico esclusivo senza condizioni, il nome di Genta era di per se stesso una garanzia. Pubblicammo così una serie di articoli con le sue considerazioni sulle dimensioni delle casse, l’influenza degli orologi femminili e l’ultimo, svelò un ricordo poco noto.
Gerald Genta si riferiva a un’asta americana dove il martelletto era stato battuto per un Rolex King Midas di Elvis Presley (proprietà che aveva aumentato l’interesse collezionisti). Genta, ispirandosi all’architettura dell’antica Grecia, aveva disegnato tra i suoi primi lavori degli anni ’50-’60 questo orologio, proponendolo alla Rolex (non tanto per incassare i 15 FCH che in media venivano pagati per un disegno, al cambio del 2010 sarebbero stati 100 Euro, quanto per il prestigio). L’allora responsabile della creatività Rolex, mr Prandell lo trovò interessante, e il modello fu inserito nella collezione Cellini con una prima tiratura limitata di mille esemplari, ma cassa e bracciale in oro giallo o bianco, furono fatti da uno dei fornitori in Francia e l’ideatore, per fortuna a spese di Rolex, andò diverse volte a visionare il proseguimento della lavorazione. Il King Midas fu poi acquistato anche da Sean Connery, futuro James Bond.
Su questo orologio si innesta un altro curioso ricordo, che ci è stato raccontato da Mr Brandt, ai tempi presidente di Eberhard &Co. (per la legge elvetica anche se il Brand non era di proprietà elvetica, la presidenza spettava a un cittadino della Confederazione). Durante una fiera di Basilea di allora un personaggio entrò nello stand e chiese se l’azienda fosse in grado di fargli un orologio analogo al King Midas, forse per lui troppo costoso, troppo maschile (anche se in seguito arrivò anche un modello femminile) o, come si appurò poi, troppo leggero. Infatti l’unica condizione posta fu quella del peso dell’oro che potesse testimoniare la ricchezza del donatore (il modello era infatti destinato a una donna della sua scuderia e ovviamente il termine non fu proprio quello che abbiamo riportato). Con leggere modifiche per non essere accusati di plagio l’ordine fu accettato, il dono venne molto apprezzato e l’orologio entrò di diritto fra i ricordi curiosi di ciò che poteva un tempo accadere in una Fiera.