Se c’è una cosa che Gianni Mazzocchi, l’indimenticabile direttore di Quattroruote, mi ha insegnato, è quella di riconoscere gli errori, quindi non ho nessun problema a scrivere “Gruppo Morellato” per la presentazione dei nuovi orologi Maserati e la correzione è già stata apportata. Meno d’accordo sulle origini del blu, tinta oggi così di moda.
Secondo i ricordi del secolo scorso il colore delle Maserati era il rosso e solo nel 2004, come pubblicato dal motorwebmuseum.it, è stato adottato ufficialmente il blu per distinguersi dal rosso della Ferrari. Ora sino al 2004 avevo ben in mente il colore delle vetture che gareggiavano, avendo iniziato negli anni ’50 a lavorare in giornalismo proprio con Gianni Mazzocchi che, da grande giornalista, scrisse una volta “palinodia” per modificare una precedente asserzione, lasciando tutti di sale. Tornando ai colori delle auto c’erano anche blu e bianco, nel 2002 a Fiorano e in alcune gare precedenti su piste non europee, ma nell’immaginario collettivo sino al terzo millennio il colore delle Maserati era il rosso. Così essendo io degli anni Trenta ho fatto una critica, che non cambio, alla parola “simbolo” legata alle Maserati (tra l’altro in famiglia ne abbiamo avuto una, ovviamente rossa, entrata nel nostro cuore), pur prendendo atto per quanto riguarda i colori del logo che si sono visti rosso, bianco, blu, legati a Bologna e Modena città dove la Maserati è nata e si è evoluta.