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UR-100: in 60′ giro del mondo

Altro che gli 80 giorni di Jules Verne, adesso con il nuovo UR-100, presentato ieri a Singapore, basta un’ora, o meglio i 60 minuti che si vedono sul quadrante, per compiere un ideale giro del mondo unendo due concetti: il tempo e lo spazio.

A world journey just looking at a watch, the new UR-100, where it’s possible to know, thanks to orbiting satellite hours and minute hands, time (hours and minutes) and space (distance travelled). The idea was born by an ancient Clock by Sandoz, Felix Baumgartner received by his father.

In questo nuovo segnatempo la lancetta dei minuti, una volta superato il traguardo del 60° si trasforma indicando i chilometri di un viaggio immaginario che copre 555 Km ogni venti minuti, una scelta non occasione naturalmente infatti questa è la rotazione della terra intorno all’Equatore; e non è finito qui, nella parte opposta ogni 20 minuti si vede la rivoluzione la rotazione della terra intorno al sole, pari a 35.740 Km.

Gli antichi abitanti di UR non immaginavano certo che avrebbero dato il nome a un Marchio orologiero fra i più brillanti nella ricerca di nuove soluzioni per movimenti meccanici sempre più complessi nella produzione della UR-WERK fondata negli anni ’90, da Martin Freey e Felix Baungatner che hanno saputo unire la creatività del primo, ottimo designer, con l’esperienza del secondo, abile Maitre Horloger.

Il nuovo UR-100 presentato ieri a Singapore

Sin dall’inizio con i modelli UR-101 e UR-102, l’azienda ha saputo entrare nel novero delle imprese più innovative che volevano realizzare orologi complicati con funzioni già viste in un lontano passato, ma rivisitate; addirittura, secondo Frey, l’attuale UR-100 può essere considerato un ritorno al futuro. Al di là dei principi filosofici, degli studi astronomici e del savoir-faire orologiero, il movimento di questo orologio è il Calibro 12.01, un automatico made in house (A/h 28.800, 39 rubini, riserva di carica 48 ore, con satelliti delle ore incassati su croci di Ginevra in bronzo al berillo, carosello in alluminio e la tripla platina in ARCAP) che indica il trascorrere del tempo con i satelliti che si muovono su un carosello di ottone satinato trattato al rutenio (da notare che tutte le viti sono satinate con decorazione circolare), la struttura del satellite delle ore è in alluminio satinato e microbillé e si muove lungo l’indicazione dei minuti da 0 a 60. La cassa (mm 41×49,7, spessore mm 14) e corona a ore 12, riprende con un attento studio di destrutturazione (un sostantivo molto caro tanto a chi opera nel campo dell’abbigliamento, quanto in quello dell’orologeria) un design già esistente ed è stata realizzata in vetro zaffiro in omaggio alla trasparenza che consente di vedere l’interno del movimento.

L’UR-100 è disponibile in edizione limitata a 25 esemplari sia con cassa in titanio e acciaio sia con la cassa in titanio e acciaio trattato PVD nero e la sua presentazione a Singapore, coperta da embargo sino al 12 settembre, la dice lunga su quali siano i mercati che maggiormente interessano l’industria orologiera elvetica.

Infine va detto che l’idea di questo incredibile orologio da polso, è nata da una pendola, nella foto sopra, tipo Regulateur realizzata da Gustave Sandoz, per l’Esposizione Universale del 1893 a Chicago; Geri Baumgartner, famoso restauratore oggi in pensione, la donò a suo figlio Felix. Questo cimelio più che l’ora indicava la distanza percorsa dalla terra e la velocità della sua rotazione. Sul quadrante principale i segmenti da 0 a 100 indicano una distanza di 10 Km, su quello secondario superiore le indicazione da 0 a 10 corrispondono una distanza di 1 Km e ogni mezza oscillazione corrisponde a 500 metri percorsi sulla terra seguendo la linea dell’Equatore; sul quadrante secondario inferiore l’indicazione (40 segmenti ognuno pari a mille km) rappresenta approssimativamente la circonferenza della terra all’Equatore.

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