Da Omega a Richard Mille passando per Louis Moinet: fra gli orologi da polso che hanno trovato nello spazio il loro punto di forza, l’Omega Speedmaster è al primo posto e anche quest’anno, in occasione del 50° dell’allunaggio, le edizioni commemorative del Moon Watch hanno polarizzato l’interesse degli appassionati; ma, sotto il profilo della tecnica e dell’ispirazione planetaria, possiamo ricordarne altri, per esempio quelli ispirati a Marte.
Not only the Moon but also Mars has inspired watches, here some of them, remembering also a project of an Italian engineer, Valentina Sumini, in order to live, in a faraway future, on the Red Planet.
Anche perché una delle ultime novità sul Pianeta Rosso riguarda una donna, Valentina Sumini, ricercatrice al Politecnico di Milano e poi vincitrice di una borsa di studio al MIT di Boston (USA), che ha progettato un insediamento umano su Marte; per ora fantascienza, visto la lontananza fra la Terra e il Pianeta, ma è sempre bene prepararsi per tempo …
Tornando agli orologi Richard Mille ha presentato nello scorso novembre un Tourbillon (RM 52-05) che Pharrell Williams, artista statunitense, ha ideato con i colori del pianeta. Sotto il profilo orologiero cassa (mm 49,94 x 42,35 x 16,15) in Cermet e Carbon TPT, vetri zaffiro, platina e ponti in titanio grado 5, inserti in vetro avventurina blu che richiamano cromaticamente lo spazio infinito riflettendo cristalli di rame integrati nel movimento a rappresentare le stelle. Fra il quadrante e il movimento (Calibro RM-52-05, A/h 21.600, 19 rubini, bariletto a rotazione rapida, bilanciere a inerzia variabile, gabbia del tourbillon ø mm 0,90) una struttura di collegamento dipinta a mano e poi smaltata con un lungo procedimento, richiama il casco degli astronauti con la visiera in oro rosso incisa a bulino, due diamanti e uno zaffiro nero ricordano le telecamere.
In tempi meno recenti ricordiamo il Meteor di Louis Moinet realizzato nel 2010 in 4 esemplari con i quadranti composti da frammenti di diversi asteroidi caduti sulla terra. Nel 2016 arrivò il Tourbillon Mars con cassa in oro e scappamento a tourbillon, il cui quadrante verde-grigio è costituito da un frammento del Jiddat Harasis 479, meteorite marziano caduto sulla terra e che gli esperti stimano abbia più di 180 milioni di anni, rarità che incise poi sul prezzo, 4,6 milioni di dollari.
Infine torniamo ad Omega e all’orologio che nel 1996 era stato studiato per Marte sull’onda dell’entusiasmo delle missioni spaziali che l’anno prima avevano visto collaborare astronauti americani e cosmonauti russi con la Mir. Nel 1969 era nata la prima generazione dei Flightmaster, orologi per piloti, costruiti sino al 1975 con movimenti meccanici, prima il Calibro 910 e poi il 911, mentre nel 1995 arrivò una terza generazione. Nell’asta di Antiquorum Omegamania del 2007 fu messo in vendita una versione del prototipo Flighmaster dell’ultima generazione, l’X-33, acquistato per CHF 16.520 con la sua confezione originale e un certificato di autenticità. Questo orologio, con cassa (mm 44×49) in titanio e bracciale in acciaio Seamaster Professional, (la seconda versione aveva un cinturino in kevlar) venne poi chiamato familiarmente X-33. I puristi dell’orologeria meccanica avevano storto il naso visto che il movimento era il Cal.E20-301 a quarzo, ma le funzioni erano interessanti: calendario perpetuo, alarm sino a 999 giorni tenendo conto anche del tempo Universale o UTC Time, countdown a 100 ore, cronografia a 1/100 di secondo con carica di 100 ore, indicazione fine batteria.