Dieci anni di produzione per un marchio fondato nel XIX sec. da un grande Maestro orologiaio, possono sembrare pochi, ma bisogna rendersi conto di cosa ci sia stato fra queste due date: guerre mondiali, assassinii principeschi, capovolgimenti politici, uno Stato diviso in due e poi riunitosi e, dopo tutto ciò, la rinascita orologiera delle aziende di Glashuette in Sassonia, quasi tutte acquistate in epoche successive da due gruppi: Richemont e Swatch in gara a chi spendeva di più, per assicurarsi le aziende svizzere e tedesche disponibili sul mercato.
Ten years is not a long time for a Brand born in XIX Century, ma among the dates there were world wars, political turnover and Moritz Grossmann, forgotten during big Group’s shopping, came to a new life thanks to a lady watchmaker CHristine Hutter. Here some novelties 2019 about saxonian Brand.
Tutte salvo una, la Moritz Grossmann rimasta incredibilmente, non si sa perché, fuori dal pacchetto degli acquisti. Comunque il Marchio dimenticato ha trovato in Christine Hutter, bionda maestra orologiaia che l’11 novembre 2008 lo ha riportato in vita, un’erede quasi naturale, anche se non per discendenza diretta. Ecco spiegato il perché dell’anniversario decennale che però ha radici molto più antiche, e fra gli esempi che l’hanno preceduto, potremmo ricordare Girard-Perregaux che, avendo acquisito il know-how di Bautte fondata nel XVIII sec., dichiara una permanenza orologiera di oltre duecento anni. Un lungo preambolo dunqe per situazioni ed eventi che forse non tutti conoscono e che ci piace ricordare per chi segue con passione la storia delle aziende e dei Marchi.
I dieci anni di Moritz Grossmann sono stati ricordati anche con alcune interessanti iniziative, a partire da un’asta particolare svoltasi con Christies in dicembre, la Winter Holiday Sale (n°16375), che ha battuto una collezione di 24 pezzi unici, presentati in rete agli appassionati collezionisti con un delizioso Advent Kalendar.
Moritz Grossmann non sarà presente a Baselworld, ma organizzerà 4 conferenze stampa per lanciare le novità del 2019 (il 30.1 a Dubai, il 7.3 a Tokyo, a metà maggio a Hong Kong e un mese pù tardi a Londra). Scelte giuste per un’azienda indipendente di nicchia, che è riuscita ad affermarsi nonostante la strenua concorrenza dei grandi Gruppi. Tra le novità del decennale la collezione “Schönstes deutsches Handwerk” indirizzata a un mercato competente ed esclusivo con un Atum squelette dotato del movimento di Manifattura, Calibro 100.5, scheletrato e firmato da Christophe Schaffo, che con il padre Kurt, dagli anni ‘90 rappresenta il top dei maestri incisori elvetici. Visto le nostre preferenze per il blu ricordiamo anche l’Atum Date All Blue in acciaio – un pezzo unico 1/1 – con movimento di Manifattura calibro 100.3, quadrante silver, data analogica e lancette blu azzurrate come le viti. Infine il Benu Anniversary Unique in platino ø 41 mm, movimento Calibro 100.1 che è firmato sul retro da Christine Hutter.
A proposito degli Schaffo famosi nel mondo e che esponevano anche in Germania a Inhorgenta, ci è tornato in mente uno dei tanti viaggi in Svizzera per visitare grandi manifatture e piccoli atelier. In quell’inverno la strada innevata per Le Brevine (località spersa nelle montagne che circondano la valle dove Le Locle e La Chaux-de-Fonds formano oggi quasi un unico centro abitato) consigliava di procedere adagio con la BMW, anche se eravamo in ritardo; finalmente vedemmo un edificio non molto grande, circondato da alberi, sembrava disabitato, ma eravamo sicuri di essere attesi. Il padrone di casa ci fece entrare borbottando che c’era un tempo per lavorare, ma anche uno per riposare… poi però di fronte al nostro entusiasmo per i movimenti realizzati su commissione dei più famosi Marchi orologieri, si è sciolto ed abbiamo trascorso un bel pomeriggio passando da un cronografo a un automatico a un carica manuale (ai giorni nostri oggetto di molti rilanci nelle grandi Aste). A fianco di Kurt già allora c’era il figlio, Christophe che, a quanto sembra, ha superato il suo Maestro.