Del Gruppo Passion for Watches su Linkedin fanno parte coloro che per passione o per lavoro si occupano di orologi. Tra loro c’è John Henderson di Tempus Fugit che ha scritto un lungo articolo, o meglio uno sfogo, sul settore dell’orologeria analizzando Baselworld e il comportamento delle Maison orologiere.
John Henderson wrote a good article and we agree with many points; in effect merits and faults are not in a single place as I saw having attended 30 Baselworld every year from 1988 to 2017.
Come è normale colpe e meriti non sono mai tutti da una sola parte e dal 1988 sino al 2017 per 30 anni ho avuto modo di constatarlo come giornalista anche a Baseworld. L’ottimo servizio di ufficio stampa offerto gratuitamente in Fiera da Darwel (e quindi da una parte delle Cae orologiere svizzere e dalla Fiera che se non altro mette a disposizione lo spazio) non trova altri riscontri; almeno 4 volte però il luogo destinato alla stampa è stato modificato a favore degli espositori. Cosa per altro molto logica sotto il profilo del bilancio fieristico. Il lavoro della stampa è un po’ come quello delle casalinghe, guai se non ci fosse, ma non viene considerato come sarebbe giusto. D’altro canto molti rappresentanti della stampa spesso a Baselworld hanno esagerato con telefonate gratis in tutto il mondo e bevande a gogò con il risultato che è stato messo un giusto freno a entrambe. Inoltre i tempi cambiano: la rete mostra le novità in tempo reale, i viaggi costano, non vanno sottovalutate le preoccupazioni per il terrorismo e fiere locali, più o meno grandi, o esposizioni organizzate privatamente da qualche Marchio, hanno trovato il loro spazio. E se a tutto ciò si unisce il comportamento della ricettività alberghiera locale si arriva al fatto che tirando troppo la corda questa si strappa, filosofia spicciola ma reale.
a vogò????