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Gioiellerie: tempo stabile

La Federpreziosi ha reso noti i dati relativi alle gioiellerie in Italia che, dopo la flessione degli ultimi anni, mostrano un andamento stabile.

Dal 2012 al 2017 si sono avute circa 2000 chiusure mentre dal 2016 al 2017 si è registrato un leggero incremento con circa 500 nuovi negozi. Nel 2012 i negozi di gioielli erano 17.372 ridotti a 14.468 nel 2016 mentre nel 2017 sono arrivati a 15.008, dando lavoro a 36.243 addettii. La maggior frequenza dei censimenti Istat, e le rielaborazione da parte dell’Osservatorio della Federpreziosi consentiranno di conoscere meglio il comparto, che mostra dati positivi soprattutto per quegli esercizi che hanno saputo fare buon uso delle tecnologie virtuali, con vetrine e offerte.

Se questo vale per i gioielli, diverso è il fatto degli orologi che possono sicuramente essere promossi e spiegati in modo virtuale, ma che poi – secondo noi – devono poter essere indossati prima di essere scelti e acquistati, sia per valutarli in ogni aspetto sia perché solo in quel modo scatta il giusto feeling tra segnatempo e futuro proprietario.

In quanto a previsioni a breve o medio termine abbiamo visto i risultati di un’inchiesta sul mercato del lusso eseguita da KD Market Insights su Marchi di vertice (Louis Vuitton, Rolex, Patek Philippe, Audemars Piguet, Chopard, Girard Perregaux, Ulysse Nardin e, ovviamente, i Marchi del Gruppo Richemont e quelli del Gruppo Swatch) che indurrebbe ad una rosea attesa, nel periodo 2018/2023 grazie alla crescita del potere di acquisto in molti mercati, si arriverebbe a un totale di 53.211,7 millioni di dollari USA, continuando a privilegiare orologi Swiss Made. Ce lo auguriamo; appuntamento quindi nel 2023 per constatare se i guru hanno fatto centro con le loro previsioni.

 

 

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