L’articolo sull’incontro milanese del 14 febbraio con Jean Marc Wiederrecht ha dato origine a molte domande sul cronografo Visionnaire che nel 2017 è stato fra gli orologi selezionati per il GPHG. Ne riproponiamo le caratteristiche principali, ampliando ciò che avevamo scritto l’anno scorso.
After the article about Wiederrecht we received many questions, here something more than what has been published for GPHG 2017 on last September.
Incominciamo dal nome Visionnaire che in francese ha un significato molto diverso da quello italiano, si riferisce a una visione positiva del futuro; Jean Marc si è dedicato per oltre dieci anni a questo movimento che modifica tecnica ed estetica del cronografo facilitando la lettura del tempo cronografato (già quando le lancette della cronografia vengono rimesse a zero il loro movimento monodirezionale è un vantaggio visivo e non solo estetico). Il Visionnaire di Fabergé invece ha visto una gestazione di tre anni.
Il movimento automatico è il calibro 636.1 sviluppato da Agenhor, atelier di Wiederrecht, e AgenGraph. Il movimento ø 34,4 mm e spessore mm 7,17, è coperto da 5 brevetti (due ideati appositamente per questo orologio), i rubini sono 67, i componenti 477, A/h 21.600, decorazione circolare sulla platina e a Cotes de genève sui ponti. La cassa ø 43 mm e spessore 14,34 mm, è in oro rosa o in ceramica e titanio DLC con pulsanti alle 10 e alle 2, più comodi di quelli in posizione tradizionale. Il vetro zaffiro è bombato e su quello del fondo un’incisione al laser ricorda l’Uovo di Fabergé al quale l’orologio è dedicato. Queste le funzioni: ore-minuti-cronografia (24 ore, 60 minuti, 60 secondi). Le indicazioni si vedono su contatori concentrici, nella parte più esterna ore e minuti con indicazioni luminose; la cronografia, al centro ha tre lancette coassiali. Il rotore posizionato nella parte più esterna, quando è sotto carica accentua le indicazioni luminose. La precisione dell’indicazione istantanea cronografica è garantita da uno speciale sistema di camme a chiocciola fissate alle ruote della cronografia sull’albero a camme nel centro del movimento, inoltre il sistema AgenClutch a innesto verticale brevettato e altri dettagli sulla spirale garantiscono una rimessa a zero morbida e senza scosse (le camme a chiocciola sono state impiegate con successo in diverse posizioni al posto di elementi tradizionali). Infine proprio al centro è stato lasciato uno spazio per far sì che altre complicazioni possano essere applicate in futuro. Per tutte queste caratteristiche è stato chiesto e ottenuto il Punzone di Ginevra.
Alle spalle dell’orologio c’è poi un’interessante storia più che centenaria legata alle famose Uova di Fabergé. Fra il 1885 e il 1917 il celebre gioielliere ne realizzò 52, una più fantastica dell’altra. In materiali preziosi con molte decorazioni, custodivano all’interno incredibili sorprese, miniature di ritratti, automi e altro ancora. Nel 1917 una avrebbe dovuto essere dedicata alla costellazione del Leone, sotto la quale nel 1904 era nato lo Tsarevich, erede al trono degli Zar, ma la Rivoluzione fece sparire anche questi gioielli, se ne conobbero alcuni particolari solo nei primi anni Venti dalle lettere tra Fabergé e il capo dei disegnatori. Scomparve anche l’orologio che avrebbe dovuto essere all’interno dell’uovo di cristallo con riferimenti astronomici. Oggi le indicazioni cronografiche concentriche ricordano gli anelli dei pianeti e la loro rotazione in cielo; sembra quindi che dopo cento anni un’opera fantastica sia tornata a vivere sia pur in un’altra dimensione. Infine sempre nella collezione attuale dei gioielli Fabergé ci sono anche i gemelli per accompagnare l’orologio, al centro hanno un diamante e decorazioni in oro che riprendono lo stile dei portasigarette Fabergé degli anni Venti, una chicca solo per pochi, visto che costano quasi come un paio di utilitarie giapponesi….