Nel 2018 l’anniversario scelto da Hamilton è quello dei cento anni del primo Hamilton a bordo di un aeroplano e due Khaki Field lo ricordano adeguandosi alle esigenze attuali.
Among anniversary watches during 2018 Hamilton remembers, with two new Khaki FIeld, 100 years together with aviation in USA and all over the world..
I fratelli Wright aprirono una nuova era nel 1903 con il loro aereo e in pochi anni l’aviazione americana fece passi da gigante. Nel 1918, la strumentazione Hamilton fu adottata sui primi aerei postali tra Washington D.C., Filadelfia e New York e nel 1926 un Hamilton fu scelto per rilevare i tempi del primo volo diretto al Polo Nord. Quattro anni più tardi Hamilton divenne fornitore ufficiale delle prime quattro grandi compagnie aeree americane e cronometrista del servizio coast to coast da New York a San Francisco. Ai giorni nostri Hamilton è stato nominato nel 2017 Cronometrista Ufficiale della Red Bull Air Race e non vanno dimenticati gli orologi che ha dedicato alla nostra PAN, la Pattuglia Nazionale Acrobatica.
Oggi il Khaki X-Wind, cronografo a carica automatica, è stato scelto per ricordare queste eredità. L’edizione numerata è limitata a 1918 esemplari, la cassa, w.r. m.100, ø 45 mm, è in acciaio; il movimento è il Calibro H-21-Si per la prima volta con spirale in silicio, sul quadrante nero con lunetta girevole interna per calcolare l’angolo di deriva, gli indici sono trattati Super-LumiNova®, infine il modello è certificato cronometro dal COSC ed è completato con un cinturino in pelle color deserto o con un bracciale in acciaio, quest’ultimo secondo noi più adatto visto l’estetica particolarmente sportiva e anche il peso del modello. Gli si affianca il Khaki Field Mechanic cassa ø 38 mm in acciaio realizzato in due versioni con quadrante nero opaco o marrone scuro, indici e lancette sono tratati Superluminova, per entrambi il cinturino Nato in colore coordinato al quadrante. Il movimento a carica manuale è il Calibro 2801-2. A questo punto c’è da fare un preciso riferimento a un accessorio che è diventato sempre più importante, ma che per Hamilton lo è sempre stato: il cinturino. Quello dei Khaky, orologi destinati all’equipaggiamento dei soldati è stato probabilmente il primo ad essere lavabile, e questo particolare pensando agli anni in cui è nato assume una rilevanza non da poco. Bello, accurato e confortevole anche il cinturino attuale.
A Milano queste novità che, con altre vedremo a Baselworld, sono arrivate anche con una buona rappresentanza di Hamilton d’epoca; non c’è un museo in Svizzera, la Maison preferisce scegliere i modelli interessanti esponendoli in occasione di fiere o presentazioni. Come abbiamo già scritto buona parte della produzione è stata realizzata per le Forze Armate, sin dal 1914 un cronometro Hamlton era stato prodotto appositamente per la Marina e durante la Seconda Guerra Mondiale, prima del D-day, quasi diecimila esemplari del Marine Chronometer da bordo furono consegnati alla Marina, Proprio uno di quei cronometri di bordo dei primi anni ’40 (infine Aviazione e Marina possono essere considerate armi cugine) è stato il pezzo forte dell’incontro mostrando la continuità di un marchio nato a Lancaster negli Stati Uniti nel 1892 e che nel XX secolo, dopo alcune vicissitudini economiche e un breve periodo in mani asiatiche (Pulsar, il primo orologio digitale ideato a Lancaster è rimasto in Giappone), è arrivato a far parte del Gruppo evolutosi nello Swatch Group. A fianco del cronometro di bordo anche un Navigational Pocket Watch anni ’40, con il movimento 992 che ebbe un enorme successo per la sua precisione: dal 1940 al 1957 ne vennero prodotti un milione di esemplari. Non si può però dimenticare l’attenzione che Hamilton ha sempre dato al design con il famoso Ventura che recentemente ha compiuto sessant’anni e non a caso proprio un Ventura era al polso di Sylvain Dolla, presidente della Marca che anche quest’anno ha detto di essere entusiasta del nostro mercato, Un mercato che nonostante i momenti difficili gli sta dando molte soddisfazioni. E non stentiamo a crederlo visto il rapporto qualità prezzo degli orologi e la produzione di movimenti molto interessanti, dotati di moderni requisiti. Insieme a lui il Brand Manager per l’Italia Matteo e due componenti del team elvetico, Alfredo e Stephan, quest’ultimo maestro orologiaio da sei anni in forza a Hamilton mentre Alfredo che, come Vincent Calabrese o Michel Parmigiani, tiene a sottolineare di essere italiano, ha illustrato.le caratteristiche tecniche dei modelli. Non mettiamo i cognomi perché nel Gruppo Swatch vige una regola ferrea solo presidenti o CEO sono autorizzati a parlare e solo loro vanno citati, così ci siamo in parte adeguati (d’altronde anche i segnaposto sul tavolo della colazione recavano per tutti i presenti solo il nome).