Ieri è arrivata la notizia della decisione del Gruppo Movado di non andare a Baselworld 2018 e oggi quella di Christophe Claret che in gennaio ha esposto le sue novità, Mambo compreso, a Ginevra nel Carré des Horlogers.
Movado Group and Christophe Claret will not go to Baselworld 2018, remembering 2017 exhibition for the american group we understand very well the decision, while about Christophe Claret it’s a pity for all people fond of wonderful watches exhibited at Les Ateliers, but economy’s laws are that.
A parte Movado la cui esposizione del 2017 nell’ampio padiglione che prima accoglieva un perfetto ufficio stampa affidato a Darwel SA, appariva veramente come una cattedrale nel deserto, fa pensare la decisione di Claret che può essere vista sotto una doppia angolazione.
Il pubblico di Ginevra è senz’altro più ricco di quello di Basilea e in termini di vendita oggi basta che gli appassionati si colleghino in rete e poi continuino eventuali trattative; le esposizioni internazionali si susseguono anche nei più lontani continenti eliminando, o riducendo, i costi dei viaggi. Sicuramente a Baselworld nello spazio Les Atelier vanno anche appassionati che mai potranno permettersi un Claret, ma i costi di una presenza in fiera non permettono attività iù promozionali che commerciali. Poi c’è un’altra faccia della medaglia, quanto tempo occorre per realizzare questi capolavori? Forse gli ordini avuti a Ginevra assicurano già un buon plafond lavorativo, ce lo auguriamo per il simpatico maestro francese che è riuscito a conquistarsi una posizione di tutto rispetto nella Confederazione elvetica. Certo è un peccato che i suoi capolavori non possano godere di un palcoscenico più vasto di quello ginevrino.