Il 5 dicembre a Milano, nel Comando della Prima Regione Aerea Aeronautica Militare, la Eberhard &Co ha presentato il libro “L’arte di sfidare il tempo: una grande storia di uomini e orologi”.
On December 5th in Milano, Eberhard &Co presented the new interesting book for its 130* Anniversary.
Una monografia diversa dal solito, scritta da Giosué Boetto Cohen. Nella parte centrale del volume edito da Rizzoli, si leggono infatti, su carta speciale, le storie di personaggi che hanno avuto orologi Eberhard, dal Cielo al Mare, alla Terra.
Un cronografo Eberhard era lo strumento del comandante Publio Magini che nel 1942, in solitario, volò dall’Italia a Tokyo (i tedeschi aveva dato forfait all’impresa) per portare ai giapponesi il nuovo cifrario segreto, il primo infatti era stato decifrato dagli anglo-americani. Il grande pubblico ha conosciuto questo cronografo rattrappante nel 2012 quando, nel corso di un’asta Meeting Art, raggiunse un record: € 56.000.
In passato ai cadetti dell’Accademia di Livorno che avevano terminato gli studi era uso regalare un Eberhard. Marca che nel corso degli anni è stata al polso di valorosi marinai come ad esempio Mario Rossetto, ufficiale in seconda sul sommergibile Tazzoli e poi, appena ventottenne, comandante del Finzi. Per la Terra infine non poteva esserci che Tazio Nuvolari, particolarmente affezionato al suo Eberhard, e la collezione di modelli che sono stati dedicati alle imprese del pilota mantovano. La quarta storia parte dal 1969 quando Palmiro Monti realizza il sogno della sua vita, diventare proprietario di Eberhard &Co.
La cronologia dell’azienda inizia invece dal 1887 e si conclude nel 1969 con l’arrivo di Palmiro Monti, che sino al 2004 stupirà il mondo degli orologi con brevetti e invenzioni, dal Tazio Nuvolari all’8 giorni, dal Crono 4 al Bellissimo, senza dimenticare importanti particolari come la fibbia Déclick o la vocazione della Marca per la cronografia.
La sequenza arriva poi ai giorni nostri e al 130° anniversario con la Marca guidata da Barbara Monti, affiancata da Mario Peserico, e un’altra nuova vita per Eberhard &Co. Come Palmiro aveva proseguito sulla strada indicata dai fondatori dell’azienda, così Barbara continua su quella percorsa dal padre. Auguri, Barbara, per tanti altri anniversari da ricordare in futuro.
La sede scelta per la presentazione di questo libro ci ha anche fatto ricordare la collezione delle Frecce Tricolori che sul quadrante avevano il simbolo della PAN, Pattuglia Acrobatica Nazionale, e quella con i numerosi modelli dedicati a Tazio Nuvolari e dal nostro archivio personale abbiamo recuperato alcune foto del passato.
Apriamo anche una parentesi particolare, perché a Palmiro Monti ci legava una profonda stima cementata negli anni dalla comune passione per gli orologi; gli avevamo proposto un libro sulla Marca incontrando una certa perplessità dovuta alla sua riservatezza, Gli orologi Eberhard&Co nell’immaginario collettivo erano svizzeri, come sarebbe stata la reazione di fronte a una proprietà diversa? Eppure i precedenti non mancavano, la famiglia Stern aveva acquistato il marchio Patek Philippe proseguendo e anzi migliorando la storia di questi orologi. I presupposti e le analogie c’erano: dalla passione di Palmiro per gli orologi, alla sua creatività, alla decisione di mantenere nella Confederazione sede e produzione orologiera affidando la presidenza a uno svizzero. Adesso ben ha fatto Barbara a rendere pubblica la passione e il lavoro del padre al quale si deve se questa Marca ha potuto conservare negli anni tutto il suo fascino.