Dopo ”non c’è due senza tre” la frase “il quarto vien da sé” completa un vecchio proverbio divertente nelle sue varie applicazioni, noi lo abbiamo scelto come inizio per l’ultimo articolo sul Carré des Horlogers, dedicato a MCT e Moser.
Fourth article arrives by itself (as an old italian joke says) for the last Carré des Horlogers, speaking about MCT and Moser & C. We will meet all the 13 Brands in Basel even in different locations from last year and we hope swiss export is going better.
MCT MANUFACTURE CONTEMPORAINE DU TEMPS
Profondo nero da MCT, ma non solo, lo Skull ha il teschio che spicca sul quadrante in diversi colori, dal rosso al blu al verde. Sempre in pole position la collezione Squential con il Sequentail Two 5220 in tiratura limitata a dieci esemplari con cassa in bronzo ø 44,60 mm, movimento automatico con microrotore in oro 18 carati sviluppato, assemblato in house e brevettato per il sistema di accumulo energia. I componenti sono 507, le A/h 18.000 e i rubini 85. Per chi si avvicinasse per la prima volta a un Sequential ricordiamo che le ore sono indicate da 4 moduli composti da 5 prismi triangolari che fanno capo a un disco centrale che indica l’ora corrente a saltarello; i minuti sono indicati su una sezione d’arco che scatta in posizioni diverse al raggiungimento dei 60 secondi, vivacizzando l’orologio.
MOSER & C. –
Con il MAD abbiamo inaugurato un discorso sugli orologi presentati il 16 gennaio; ma a parte questa provocazione, la Marca elvetica ha ampliato le sue collezioni, dall’Endeavour all’Heritage Perpetual Moon (in oro bianco trenta esemplari con quadrante in smalto), al Tourbillon (10 esemplari in oro rosso e quadrante celato dal coperchio decorato con preziosi smalti) sino a un orologio gioiello (20 esemplari in oro bianco del Venturer Smokly Saphire incastonato con diamanti e zaffiri a pavé) mentre sono realizzati in 100 esemplari in oro bianco o giallo i Venturer Small Seconds Purity senza logo o indici sui quadranti fumé sky blue.
A questo punto ci congediamo dai Marchi del Carré in attesa di ritrovarli a Basilea, dal Palace alle Hallen agli Alberghi; vi sapremo dire se con ulteriori novità o solo alla ricerca del grande pubblico di appassionati, meno abbienti di quelli che si recano a Ginevra, ma che sicuramente formano lo “zoccolo duro” di collezionisti reali o in pectore. Le notizie sull’export orologiero elvetico non sono confortanti, circa un -10% rispetto al 2015; siamo tornati intorno ai livelli del 2011, ma i dati del 2016 non sono ancora stati del tutto analizzati.