Siamo giunti al terzo articolo sul Carré des Horlogers, probabilmente con il prossimo esauriremo l’argomento, lo riprenderemo dopo Baselworld soprattutto se ci saranno altre novità. Oggi parliamo di Laurent Ferrier, Hautelence e Karl Voutilainen.
Here our third article about Carré des Horlogers, next one would be the last but we’ll continue to write about these Brands after Baselworld. Today in pole position Laurent Ferrier, Hautelence and Karl Voutilainen.
LAURENT FERRIER – con il suo Galet, dal 2010, Ferrier ha riportato l’attenzione su movimenti meccanici semplici, ma di eccezionale fattura; in seguito sono arrivati il microrotore per i movimenti automatici con elementi in silicio, il Lady scelto al GPHG, il Galet Travel con quadrante splendidamente decorato con smalti policromi per il mercato americano e altri segnatempo a formare una collezione molto classica e rifinita con la massima cura in ogni dettaglio. Al top adesso c’è il Galet Classic Dual Tourbillon Double Spiral con lo scappamento a tourbillon che si può ammirare dal fondo della gabbia e dal lato quadrante, dove la creatività del maestro orologiaio ha ricavato un apposito spazio. La cassa ø 41 mm ha un bel design e giuste proporzioni, inedite le forme del ponte che sostiene l’organo regolatore, il bilanciere è a inerzia variabile. Da notare che il finissage di questi componenti è particolarmente difficile per i numerosi angoli da smussare e lucidare. Il movimento Calibro LF 619.03, certificato cronometro, ha 21.600 A/h e 23 rubini. Altrettanto interessante il Galet Micro Rotor Montre Ecole nel quale sono stati ripresi lo spirito e le capacità artigianali che nel XX secolo erano necessari per modificare gli orologi da tasca in modelli da indossare sul polso: la cassa è in tre parti, bassinée, mentre le anse sottili e allungate donano un aspetto moderno al segnatempo.
HAUTLENCE – abbiamo già scritto dei Vortex, quest’anno ne è stato presentato uno con la cassa in bronzo che si adegua alle tendenze più attuali. La quarta versione di questo segnatemo automatico unisce tradizione e futuro, il movimento, protetto da tre brevetti, è visibile attraverso i sei vetri zaffiro; il meccanismo delle ore dipende da una catena, i minuti sono indicati a retrograde e c’è l’indicazione della riserva di carica; la gabbia dell’organo regolatore ruota a 60° su se stessa ogni 60 minuti evitando gli scarti di precisione dovuti alla gravità. Curioso il Labyrinthe che ci ha fatto tornare in mente un Corum automatico disegnato nel 1991 da un italiano, il maestro Ventrella, che aveva riprodotto il famoso labirinto di Creta inserendo sul quadrante, dotato di lancette, una minuscola sfera. Il Labyrinthe di Sandro Reginelli invece non indica l’ora, è paragonabile agli objets de virtus del passato o forse a un flipper; un gioco di camme visibile dal quadrante d’oro mette in circolazione una sfera in platino che porta a un gioco di destrezza.
KARL VOUTILAINEN – con il Vingt-8 ISO si entra nella filosofia del tempo. Generalmente basta uno squardo al quadrante per conoscere l’ora, ma non su questo orologio davvero particolare. A ogni ora le due lancette si sovrappongono, invece alla mezz’ora si presentano opposte; il disco dei minuti ruota seguendo il ritmo della lancetta delle ore; l’ampiezza dell’angolo fra le due lancette resta sempre uguale e la posizione dell’una rispetto all’altra è sempre la stessa, rispetto ai minuti, qualsiasi sia l’ora rappresentata. Il movimento, ideato e realizzato in house, presenta componenti inediti come lo scappamento che, con due ruote d’oro e a impulso diretto, necessita di minor energia di quello con l’ancora tradizionale; il bilanciere, ø 13,60 mm, ha la spirale con la curva esterna Philips mentre l’interna impiega la curva di Grossmann; i rubini sono 21, le A/h 18.000; la cassa ø 39 mm e la corona sono in oro.