Pequignet, marca francese di orologi con moivmenti meccanici (anche di Manifattura) o al quarzo in amministrazione controllata, in Svizzera manifestazioni di lavoratori per l’export in calo e ripercussioni sui posti di lavoro.
Bad news for watches from France and Switzerland, even if a growing so fast as in the Nineties could not last for ever. Culture of appearing and not being is everywhere and it will be necessary to wait for more than one generation to change. In the past watches passed only two world wars…something different from actual social, financial and political tsunami.
Tempi difficili per un settore che ha conosciuto una crescita quasi verticale negli anni ’90 e spinto verso grossi investimenti alla ricerca di nuovi mercati. Il segno più a due cifre poteva durare in eterno? I maghi del marketing si rifiutavano di considerare questo interrogativo? Certo è che oggi le preoccupazioni aumentano sia a livello di produzione in Svizzera e Francia sia in quello della distribuzione. Anche se clienti danarosi ci saranno sempre, sono cambiati i presupposti legati all’orologio, non più da esibire come simbolo di successo. Qualcuno pensa che gli svizzeri abbiano perso il treno dei “connected” così come accadde con i movimenti al quarzo. Può darsi, forse proprio perché manca una cultura orologiera e adesso selfie e quant’altro impazzano; si guarda al marchio come apparenza e non come a una garanzia di ricerca e traguardo raggiunto. Mancanza di cultura e non solo in campo orologiero, ma anche prezzi esagerati che pochi possono permettersi e sull’altro fronte un’esagerazione di prodotti più che a buon mercato che generano poi offerte superscontate in rete. Per recuperare le posizioni perse non basterà una sola generazione. Comunque chi conosce la storia dell’orologeria elvetica sa che gli alti e i bassi ci sono sempre stati, anche se forse non così preoccupanti come gli attuali. Erano “solo” dettati da due guerre mondiali…sicuramente diverse dagli attuali terremoti sociali, finanziari e politici.