Da Bologna ci chiedono cosa ne pensiamo del proliferare degli orologi in tiratura limitata.
We received a mail from Bologna asking what we think about limited editions whose number is increasing. It’s depends from Brand to Brand; in our opinion it’s often a kind of fashion, but not for collectors looking for something really unique.
Avere qualcosa di unico, di “solo mio” ha fatto proliferare orologi in tirature limitate che, a volte, sono fonte di divertenti situazioni. Per esempio i Roger Dubuis rigorosamente in 28 esemplari, diventano molti di più per il colore del quadrante o il metallo della cassa. Gerald Genta adorava l’8 un numero che piace anche in Cina perché simbolo di prosperità e fortuna e non sono pochi i marchi che limitano a otto, o multipli, orologi particolari. Tornando alle tirature limitate, e soprattutto numerate, pochi negozianti ne sono entusiasti, molti clienti infatti vogliono lo stesso numero. Orologi molto complicati non hanno questo “patentino”, non per dimenticanze di attenti uffici commerciali, ma perché le difficoltà di realizzazione e il prezzo che ne consegue, sono già una sicura limitazione.
Il 4, che da noi è importante solo a poker se hai 4 carte uguali, in Cina è off-limits, ma i cinesi hanno fatto un’eccezione per l’Eberhard Chrono 4 che ha avuto e ha un bel successo. Parlando ancora di superstizioni legate ai numeri un boss orologiero spedì una povera collaboratrice a un tavolo separato perché a un pranzo sarebbe stata la tredicesima commensale.
Adesso ci sono tirature limitate a qualche migliaio di esemplari e se pensiamo a tutto il mondo, cinquemila pezzi potrebbero anche essere considerati un numero limitato. Non però per i collezionisti. Un Patek Philippe in acciaio ottenne a un’asta una quotazione eccezionale, ma solo perché ai suoi tempi era stato l’unica versione di quel modello in acciaio.
Per concludere la tiratura limitata oggi fa moda e solo in pochi casi si rivela un plus per l’investimento effettuato.