Una dote dei giornalisti è la curiosità e il saper ascoltare cosa dicono gli esperti in vari campi, così anche se al Milano Fashion Global Summit 2016 organizzato da Class Editori, Camera Nazionale della Moda Italiana, The Wall Street Journal Europe e Bank of America–Merrill Lynch, non si è parlato di orologi, nemmeno come accessorio di un abbigliamento trendy o di lusso, le ore nell’Auditorium della Regione sono state molto interessanti.
Il tema, Lusso 4.0, è una sfida per le industrie manifatturiere della moda e per la loro distribuzione, mentre nel lusso orologiero, per quanto siano entrate le nuove tecnologie si è lontani da quello che molti relatori hanno affrontato. Sul palco hanno espresso opinioni sul rinnovamento i responsabili di grandi marchi, da Bertelli (Prada) a Della Valle (Tod’s) a Cucinelli per finire ai più moderni sistemi di distribuzione come ad esenpio Zalando, le piattaforme internazionali alle quali accedono anche marchi come le auto Maserati o i gioielli Tifany e ancora la diversificazione del lusso nell’hotellerie, un settore al quale da tempo si è avvicinato Bvlgari sotto la guida di Francesco Trapani e che adesso con il gruppo Rocco Forte sembra promettere grandi novità in Italia, a partire dall’hotel de Ville a Roma. Il fashion italiano è ai vertici come creatività, ma sembrano esserci incomprensioni nella filiera del comparto mentre mai come oggi è necessario fare squadra e non si fa squadra senza comunicazione. Non solo con e-mail o le varie Up, ma anche parlando per telefono, un mezzo forse obsoleto, ma che secondo Bruno Cucinelli in azienda riesce a risolvere molte questioni in poco tempo. E ancora la necessità di capire come è cambiato il consumatore diventato, con un gioco di parole, consum-autore per il suo desiderio di evadere dal coro.
Il punto focale più o meno riconosciuto da tutti è l’elemento uomo, la sua creatività che supportata dalle macchine o dalle più moderne tecnologie digitali riesce a dare ottimi risultati rinnovando un’artigianalità che sembrava perduta, ma altrettanto importante conoscere cosa accade tra i consumatori sia quelli che entrano in un negozio o ordinano on-line sia quelli che formano l’esercito dei turisti, attratti, per esempio in alcune zone asiatiche, da specializzazioni in trattamenti di bellezza. Prada accetta la rivoluzione in atto, tenendone presente gli effetti economici; per Tod’s la qualità vuole tempi adeguati e ogni azienda deve fare scelte personalizzate; Cucinelli vuole esaltare anche in rete l’artigianalità, la Camera Nazionale della Moda è pronta a fare sistema puntando sulla comunicazione. Anche le fiere e i loro espositori dovranno adeguarsi e qui ricordiamo che oltre vent’anni or sono Michele Guido Franci, allora presidente di Fiera Milano, aveva indicato una strada analoga. In conclusione dalla produzione all’e-commerce si aprono per il Lusso molte opportunità, Tiffany lo ha sperimentato con successo in Spagna per i gioielli, per non parlare delle Maserati, 10 nuovissime vetture vendute in Asia in pochissimi secondi.
Per concludere un’annotazione orologiera: nel video-collegamento romano Ivan Scalfarotto, Sottosegretario allo sviluppo economico, ha ricordato il Piano Industria Quattro Punto Zero, che prevede un investimento di 13 miliardi nel triennio 2017-2020 per incoraggiare le imprese a investire in innovazione e digitalizzazione. Si è notato benissimo l’Apple watch sul polso destro del viceministro mentre sul sinistro c’era un orologio tradizionale, i due sistemi possono convivere. Per gli orologi riteniamo che alla rete resti la funzione divulgativa, ma che il fattore uomo nel negozio specializzato e l’indossare il segnatempo abbiano ancora una valenza insostituibile, soprattutto in Italia dove anche in località di provincia, ci sono negozi specializzati che danno la birra a quelli delle capitali.