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Panerai in biblioteca

AA Libro Panerai Marsilio (8)A fine giugno Officine Panerai, ma da ora in poi il marchio è tout-court Panerai, ha presentato a Milano il libro Panerai (edito da Marsilio con il coordinamento della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte) suddiviso in 5 capitoli affidati ad altrettanti esperti.

 

Con Paolo Galluzzi si parte dall’arte e scienza dell’orologeria a Firenze per conoscere poi l’Historia Panerai con Giampiero Negretti, mentre la moderna Manifattura è raccontata da Simon De Burton e il Design Panerai è un’accurata analisi tra alcuni classici del moderno design scritta da Philippe Daverio; infine non poteva mancare l’aspetto di Panerai legato al mare con Eileean e le regate di Fabio Pozzo; al tutto si affiancano, oltre alle fotografie a colori, le illustrazioni di Victor Togliani che danno al volume un tocco particolare. La scheda tecnica continua con il numero delle pagine 239, l’insolita forma quadrata cm 33×33, la copertina cartonata con custodia e una carta raffinata, prezzo 9o Euro.

Il fondatore di Officine Panerai e il volume esposto nella boutique fiorentina

Il fondatore Giovanni Panerai e il volume, qui esposto nella boutique fiorentina

Lasciando la lettura agli appassionati della storia orologiera, un breve appunto sulla presentazione del volume che si è svolta alla Fondazione Castiglioni, un luogo ideale per gli amanti del Design. Angelo Bonati, CEO della Marca e Franco Cologni della Fondazione Alta Orologeria e artefice dell’acquisto della Marca voluto da J.Rupert, azionista di riferimento del Gruppo Richemont che allora si chiamava Vendôme, hanno narrato episodi sconosciuti a molti. Alla fine del secolo scorso il successo dei Panerai, orologi sino ad allora realizzati per le Marine Militari e coperti da segreto, lo si deve a Sylver Stallone. Scomparso l’ultimo erede della famiglia fiorentina la direzione dell’impresa è affidata all’ing. Dino Zei, al quale si deve il marchio Officine Panerai e la produzione di orologi per il grande pubblico. Stallone ne vede uno, se ne innamora e ne ordina 200 per i suoi amici. Rupert riesce, grazie a Negretti ad averne un esemplare con il cinturino giallo, gli piace e vorrebbe inserirlo fra i suoi Marchi, ma il responsabile della produzione lo sconsiglia dicendogli addirittura “tu non hai gusto”, parole famose che non avrebbero mai dovuto essere pronunciate. Infatti il magnate si impunta e alla fine acquista Officine Panerai, di lì in avanti la strada è in discesa anche grazie all’impegno orologiero di Bonati che riesce ad avere dal Gruppo i fondi per organizzare a Neuchâtel una Manifattura da dove escono diversi Calibri e dove agli inizi viene anche prodotto per due anni un Panerai con diamanti oggi fuori mercato (in effetti non aveva nulla a che fare con la storia del Marchio, ma piaceva e forse piacerebbe ancora al pubblico non solo femminile). A fianco del Radiomir e del Luminor, nomi che derivano dalla luninescenza degli indici, sarà interessante anche il Mare Nostrum (in gennaio al SIHH ne è stata presentata una riedizione in titanio).

 

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