Fiore all’occhiello delle aziende orologiere i movimenti di Manifattura, secondo la tradizione, dovrebbero essere ideati, sviluppati e realizzati in house.
Movements “in house made” should be born, developped and realized in the factory. Specialised firms now are selling (for ever or for some years) complicated movements. It’s very expensive to have all the necessary equipments. Movements like Valjoux 7750 or selfwinding ETA 2824, are really good, even if they are not “in house made” but are bought.
Oggi però imprese specializzate in movimenti complicati finiti possono fornirne un certo quantitativo, sia con accordi esclusivi in toto sia per un periodo limitato, trascorso il quale progetto e realizzazione, che hanno avuto un loro costo, tornano di proprietà del produttore, libero di venderli ad altri. Così attenzione ai voli pindarici, a cercare il Movimento di Manifattura come conditio sine qua non. Piccolo è bello ed essere Manifattura è più bello ancora, ma quanto costa?
un conto a spanne per inquadrare la situazione
Facciamo un conto rapidissimo pensando a un’azienda media. Per un movimento meccanico partiamo dal cosiddetto “centro di lavoro” con 5-6 assi per produrre elementi base come platine, ponti ecc. Poi almeno una macchina a controllo numerico per fare gli ingranaggi, ruote e pignoni. Per ogni ingranaggio ci sono utensili chiamati “creatori”; ce ne vogliono 5 o 6 e ognuno può costare un migliaio di Euro. E ancora macchinari per l’elettroerosione a filo, per gli scappamenti, per i bilancieri (che sono composti da volantino, asse, doppio disco e spirale) e quelli per rettificare, lucidare e lappare i componenti. Che dire poi dei trattamenti termici da eseguire sui componenti? E ci sono i rubini da acquistare, così come occorre una sala metrica per il controllo qualità con microscopi e quant’altro.
Grosso modo si arriva ad almeno una decina di macchinari, se non più, che, nuovi, possono costare anche 200-300.000 Euro cadauno. Ma pur con due-tre milioni di Euro, non siamo certo arrivati a completare gli investimenti: quando hai tutto quel ben di Dio devi disporre di personale competente, un orologiaio oggi non basta più, ci vuole il tecnico, l’ingegnere specializzato e quindi i relativi stipendi.
Abbiamo parlato di un movimento meccanico semplice, composto da 60-70 elementi, ma se si passa a un automatico o a un cronografo componenti e spese aumentano. Infine per movimenti di Manifattura bisogna anche partire da un progetto di proprietà, con test che ne comprovino precisione, affidabilità e preventivare le spese di brevetto.
Suddividendo l’investimento necessario per cento pezzi; a quanto devi vendere l’orologio? Senza dimenticare che bisogna considerare anche la produzione dei componenti di ricambio per l’assistenza, che va garantita al futuro acquirente almeno per 25 anni.
e dopo il movimento meccanico?
Quando hai prodotto cento movimenti, devi pensare a casse, corone, quadranti, vetri, lancette e cinturini e se si vogliono fare anche le casse in house, il balletto in parte ricomincia; altrimenti si compra il tutto da aziende specializzate. Nel XIX secolo Omega faceva in casa persino le viti (ne occorrevano 42 per ogni movimento e poi 50 per produzioni più raffinate, quotidianamente quindi da 36.000 a 50.000) oggi si impongono acquisti (e non solo di viti) da fornitori esterni; d’altro canto in un lontano passato anche molte grandi aziende si avvalevano del lavoro a domicilio per diversi componenti.
Un rapporto approssimativo fra aziende orologiere e Manifatture potrebbe essere questo: cento, ma forse duecento o più aziende, che assemblano ciò che acquistano e dieci che sono Manifatture.
Fra breve ETA produrrà movimenti solo per i Marchi del Gruppo Swatch, così sono sorte nuove imprese; alcuni Marchi hanno scelto la verticalizzazione, altri si sono appoggiati all’indotto e sono stati creati nuovi posti di lavoro. Lasciamo dunque i movimenti di Manifattura ai grandi Marchi con stabilimenti, che periodicamente adeguano le attrezzature alle nuove tecnologie, o a imprese artigianali che acquistano buona parte dei componenti e producono pochissimi orologi.
Movimenti come gli automatici ETA 2824, Dubois-Dépraz o il cronografo Valjoux 7750 hanno fatto sempre il loro dovere con piena soddisfazione di chi indossava gli orologi che li impiegavano; al di fuori dalla realtà quindi chiedere alle aziende di sostituirli con movimenti di Manifattura. Da ultimo una considerazione, il costo degli orologi con questi movimenti evergreen non può però essere portato alle stelle, triplicando o più i prezzi di mercato, solo perché sul quadrante c’è un marchio diventato un “must”; il consumatore, grazie alle riviste specializzate, è diventato esperto, non si può pensare di ingannarlo come, a volte, è accaduto in passato.
Bellissimo, ma i puntini sugli i. Sugli?