Recentemente è stato pubblicato, in inglese, un libro di Diana S.Zimmermann (prezzo €30) che si aggiunge alla vasta biblioteca orologiera, ma Butterfly in a storm è diverso dalle altre monografie aziendali per una ragione semplice, parla di una donna. Nel mondo delle lancette, così maschile (e forse maschilista) sono davvero poche le donne che hanno guidato un marchio di orologi.
Giselle Rufer si innamorò prestissimo degli orologi, un amore sviluppatosi ancor di più mentre lavorava da Flik Flak, poi da Omega e infine da Lemania, sempre con un’idea ben precisa: produrre un orologio ideato e realizzato da donne per donne. Visto che le aziende facevano orecchie da mercante, Giselle Rufer diventa imprenditrice e nel 1996 il sogno si trasforma in realtà con il marchio Delance, orologi dall’originale cassa a losanga e con movimenti al quarzo o meccanici. Un’azienda nella quale lavorano orologiai, tecnici e stilisti in gonnella, “women watchmaker”. Sotto la guida di Giselle sono state superato molte difficoltà, ma sono stati molti anche i riconoscimenti in tutto il mondo.
Indietro nel tempo
Di questa donna intraprendente ho scritto nel 2004, nel 13° capitolo dei 70 che mi hanno visto cercare nella storia dell’orologeria personaggi, momenti e segnatempo, ricerca non facile, ma interessante, l’Enciclopedia “Orologi da donna”, pubblicata a dispense da Fabbri Editore, era dedicata agli orologi da donna dieci anni fa non così importanti come oggi.
Di donne alla guida di aziende orologiere ricordo pochi esempi; i più lontani? da Vacheron Constantin, Laure Vacheron-Pernessin e Catherine-Etiennette Vacheron, rispettivamente vedova e mamma di Charles Vacheron, che nel 1870 cambiarono addirittura la ragione sociale dell’azienda diventata “Vve. Cesar Vacheron & Cie”; la moglie di Constant Perregaux, che secondo l’uso di allora diede il suo cognome alla Girard-Perregaux. Vicino a noi Simone Bedat, che con il socio Raymond Weil iniziò le fortune degli orologi RW, proseguendo dopo la scissione con il marchio Bedat. Paulette Sarzano, che dopo la scomparsa del marito guidò a lungo la Sarcar. Cinette Robert, maestra orologiaia, che nel 1996 acquistò il marchio Dubey&Schaldenbrand guidandolo con successo per molti anni, tanto che nel 2004 le fu assegnata l’onorificenza “Merit for Development of Watchmaking Tradition”. Poi alcune figlie che hanno affiancato il padre in aziende come Wempe, Christ, Glycine. Caroline Scheufele, copresidente con il fratello e direttrice artistica di Chopard. Recentissima, Christine Hutter, che ha riportato in vita il glorioso marchio di Glashütte Moritz Grossmann. Nel gruppo Swatch si può dire che Nayla Hayek, alla guida di Harry Winston, giochi in casa, mentre Laura Burdese è AD di Swatch Group Italy e contemporaneamente presidente degli orologi Calvin Klein. Infine una donna è ai vertici della ricerca e sviluppo di Cartier, l’ingegner Carole Forestier, che ha ideato e realizzato i modelli tecnicamente più interessanti del marchio.
Thank you so much Elena…
The empowerment of an other woman is a reciprocal gift.
Alone we are invisible
Together we are invicible
In sisterhood
Giselle