L’astronomia è considerata la madre dell’orologeria, ma gli orologi astronomici da polso hanno sempre molte lancette sui quadranti sussidiari e a volte per individuare e comprendere indicazioni come l’alba o il tramonto sarebbe utile una “mappa”.
Astronomy is mother of actual watchmaking, Frédric Jouvenot makes easy to read on dial many news.
Pensiamo ai tre astronomici di Ulysse Nardin degli anni ’90, quando i quadranti non erano traforati e a Ludwig Oechslin, che non era un orologiaio nel senso stretto della parola, ma uno studioso. Non era orologiaio agli inizi nemmeno Frederic Jouvenot, che si è avvicinato ai segnatempo in modo anomalo, partendo da studi di micromeccanica. Solo dopo la realizzazione di uno scanner tomografico per l’ente svizzero CSEM, ha iniziato a occuparsi di orologi; come non credere al destino… Ha lavorato da Minerva dove, dopo aver ideato un Calibro di Manifattura, a 27 anni, è arrivato a un tourbillon misterioso senza lancette. Lasciata Minerva nel 2005 per tre anni è stato socio di un laboratorio orologiero che sviluppava le complicazioni.
Ha sempre sognato un cronografo automatico che lasciasse vedere dal fondello i ruotismi, spesso in gran parte coperti dalla massa oscillante e ne è nato un movimento cronografico con la massa oscillante lato quadrante, l’Ace, Automatic Chronograph Evolution, brevettato. Un movimento 175 Venus degli anni ’40 a carica manuale trasformato in automatico, lascia vedere la bellezza del calibro base dal vetro zaffiro della cassa studiata da Jouvenot con linee moderne. Con lo stesso principio sono i movimenti automatici degli orologi Gran Bal per Dior e altri, ignoti al grande pubblico.
Jouvenot ha pensato anche a nuovi sistemi per indicare le ore: Helios invece di indici e lancette ha coni luminosi, veri raggi del sole. Affascinato dalle antiche divinità astronomiche ne ha fatto i principali attori nei quadranti ideati dopo aver fondato, nel 2008, la sua impresa.
Nel 2014, al GPHG, il Surya vince per la meccanica in un orologio femminile; nel centro del quadrante si leggono i minutii e di qui, come da un cervello, partono i comandi che modificano le parti colorate dei 12 petali tridimensionali saltanti (verdi o rossi a mezzogiorno, cambiano colore ad ogni ora sino a formare un quadrante tutto grigio scuro a mezzanotte).
La novità 2015, a carica manuale, si chiama Sin (dio della luna nell’antica Mesopotamia). Sul suo quadrante la luna e il sole si alternano, quando questo tramonta si nasconde, contemporaneamente si mostra la luna.
Non è magìa, anche se lo sembra, ma una realtà fatta di calcolo matematico dei ruotismi, della loro dentatura e del movimento, alla quale si aggiungono poi lavorazioni per eliminare angoli vivi, rendere le superfici perfettamente levigate, nonché materiali che eliminino al massimo gli attriti e i conseguenti rallentamenti, insomma creatività, intelligenza e anche manualità dell’uomo.