In Svizzera molti Marchi orologieri hanno stretti contatti con gli Istituti Universitari e non solo in tempi recenti. Grazie agli studi congiunti Ulysse Nardin, Rolex e molte altre grandi Case hanno infatti portato avanti esperimenti su nuovi materiali giungendo a grandi risultati.
Esattamente tre anni or sono Patek Philippe e l’EPFEL, Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne, annunciavano l’istituzione di una cattedra universitaria inserita nell’Institut Microtechnique a Neuchâtel per lo studio dell’applicazione delle nuove nanotecnologie in orologeria e contemporaneamente presentava i risultati della divisione Advanced Research Patek Philippe (il nuovo bilanciere GyromaxSi in oro e Silinvar).
Pochi giorni or sono l’EPFEL ha annunciato un analogo accordo con il Gruppo Richemont, che creerà nel 2015 una nuova cattedra nell’Institut de Michrotechnique per lo studio e l’insegnamento delle nuove tecnologie di fabbricazione a tutto campo. Fermo restando che le tecniche tradizionali continuano a svolgere un ruolo importante, è importante che vengano studiate a fondo e migliorate nuove tecnologie, come per esempio l’impiego del laser, la litografia e l’incisione plasma e altre, per migliorarne la qualità e raggiungere i nuovi livelli di precisione necessari nell’orologeria futura, che intende mantenere la leadership alla quale è giunta l’industria elvetica. L’industria della microtecnica e in modo particolare quella legata alla componentistica orologiera è infatti fondamentale nello sviluppo del tessuto industriale della Svizzera romanda e questo accordo apre nuovi orizzonti non solo al mondo accademico, ma anche al Gruppo Richemont di cui fanno parte dieci grandi Marchi che complessivamente rappresentano una forza lavoro di 10.000 addetti sul territorio svizzero e altri 20.000 nel mondo