Non si tratta del Gianni nazionale, ma di un pilota d’auto degli anni Venti; per la precisione di Giuseppe Morandi che, in coppia con Nando Minoia, vinse la prima edizione della Mille Miglia. Mi sono occupata più volte della Mille Miglia per auto storiche, mai però della prima gara, quella ideata nel 1926 da quattro amici: il conte Aymo Maggi, il conte Franco Mazzotti, l’ing Giovanni Canestrini e il giornalista Renzo Castagneto.
Qualche settimana fa, sistemando dei libri, mi era capitato fra le mani il “Mille Miglia: Incomparabile vicenda di uomini e motori” del 1977, scritto da Sandro Minelli e arricchito da fotografie e aneddoti raccolti da Renzo Castagneto. L’avevo quasi dimenticato e l’ho riletto volentieri. E quasi fosse un’anticipazione, poco dopo fra le e-mail è arrivato il comunicato di un nuovo Gentleman, che Paul Picot ha dedicato proprio a Morandi.
La Coppa delle Mille Miglia, così si chiamò la prima edizione del 1927, trovò diversi ostacoli, a partire dall’Automobile Club di Brescia il cui presidente definì il progetto “insensatamente pericoloso”, ma sin dagli inizi fu un evento popolare. Allora le auto erano un lusso, poche le competizioni, ma gli iscritti alla manifestazione bresciana furono collaudatori, meccanici, laureati o nobili, senza divisioni di classe. I primi vincitori furono Ferdinando (Nando) Minoia (per le leggi del regime la j era stata tramutata in i) e Giuseppe Morandi. L’auto una OM 665 Sport “Superba”, che in 21 ore 4 minuti e 48 secondi, coprì il percorso alla media di oltre 77 Km/h.
Morandi, nato a Castiglione delle Stiviere nel 1894, a 14 anni andò a lavorare dalla OM come meccanico diventando poi collaudatore pilota. Nel 1921 finì quarto dietro a Minoia e a due Bugatti nel “Primo G.P. Vetturette” sul circuito di Brescia; nel 1927 al “G.P. d’Italia” a Monza fu secondo con la OM 865 dietro a una Delage; al termine di una carriera ultradecennale potè annoverare 47 vittorie, fra le quali nel 1924 il circuito del Mugello e nel 1930 e 1931 il Giro di Sicilia. A questo pilota dall’incredibile resistenza fisica e che è stato un po’ dimenticato, Paul Picot ha voluto dedicare un cronografo automatico della collezione Gentleman. Realizzato in edizione limitata (100 esemplari) ha la cassa in acciaio e il quadrante nero, con contatori bianchi sovradimensionati, che si ispira alla strumentazione delle auto del passato; in rosso alcuni dettagli, il nome Morandi e l’indicazione Tachimeter; cinturino in coccodrillo o bracciale in acciaio.
La Maison di Le Noirmont inoltre ha affiancato come sponsor sostenitore il C.A.M.S.C. Club Auto Moto Storiche Castiglionese in occasione del Memorial Morandi del 5-6 ottobre, gara di regolarità per auto d’epoca costruite prima del 1940. Giunto alla sua quinta edizione il Memorial (foto sopra) ha visto iscritte oltre 40 di vetture; diverse quelle degli anni Venti, tra le quali due Bugatti (T23 Brescia e 37A), tre Fiat (520, 509 S.M. e Torpedo 569) e una Lancia Lambda Torpedo seconda serie del 1923. In due giornate sono state affrontate 44 prove speciali.