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L’INTERVISTA: Arrigo Fantinelli e i Cucù

Roger Dubuis At The SIHH 2014 - Day 1

Spesso, se si amano gli orologi, si diventa amici dell’orologiaio di fiducia. A me è capitato. Anni fa Fantinelli mi aveva spiegato la lubrificazione dei movimenti negli orologi da polso e abbiamo in programma un argomento interessante sulla precisione degli orologi meccanici. Recentemente gli stavo raccontando dello stand di Roger Dubuis a Ginevra (foto a lato) con la casetta di un orologio a cucù e lui, che in cinquant’anni di attività ha ricoperto varie cariche (Associazione Orafa Lombarda, Federdettaglianti, Mandamento di Sesto S.Giovanni dell’Unione del Ccommercio di Milano, etc.) mi ha interrotto dicendo “Da ragazzo ne ho riparato diversi…”

 

il iù grande Cucù al mondo

il più grande Cucù al mondo, la casetta misura m.7 x 7

Nato a Bucarest (il padre aveva un’orologeria) Fantinelli è arrivato in Italia dopo la guerra, diventando orologiaio a Milano. Fra i primi compiti affidatigli dalla H.Hechtel &C. (che tuttora opera nel settore sempre con la stessa famiglia) c’era stato quello di controllare cosa fosse successo a molti cucù, sistemati in scatoloni che, nel magazzino, arrivavano sino al soffitto. “Quasi sempre – ricorda Arrigo – si trattava di inesperienza nel montaggio da parte dell’acquirente”.

Quando si acquista un Cucù infatti i pezzi che lo compongono vanno sistemati levando le protezioni inserite per il trasporto e se non si seguono attentamente le istruzioni si possono fare dei danni. Ai modelli più semplici con 2 pesi si affiancano quelli con il carillon e 3 pesi; alcuni hanno una levetta che esclude il suono nelle ore notturne; la carica è di 1 o di 8 giorni. A fianco dei movimenti meccanici, più economici rispetto a quelli impiegati nelle pendole, sono arrivati anche movimenti elettronici con una o due batterie. Oltre alla tradizionale casetta ci sono molti elementi ispirati alla vita rurale: pastori e pastorelle, animali delle fattorie e persino bevitori di birra. Proprio una fabbrica di birra ordinò che la casetta del suo Cucù fosse un enorme boccale, ma la più grande casetta è nella Foresta Nera in Germania, nel giardino di una delle fabbriche specializzate.

“A Milano – conclude Fantinelli – c’è un negozio storico con un ricco assortimento di Cucù, tuttora luogo di incontro per gli appassionati di questi segnatempo”.

Arrigo Fantinelli nel suo negozio e, a lato alcuni Cucù nell'orologeria Sangalli

Arrigo Fantinelli nel suo negozio e, a lato, alcuni Cucù nell’orologeria Sangalli

La curiosità, e il controllo delle informazioni, sono fra le doti dei giornalisti, così sono andata in via Bergamini dove, dagli anni Venti, c’è una Bottega “storica”, l’Orologeria Sangalli, che aveva aperto in via Verri sin dal 1900.

In Italia per gli orologi a cucù non c’è sicuramente lo stesso interesse che si registra in Germania o in Austria, ma esistono appassionati che li collezionano e se, dopo più di un secolo, nel negozio milanese questi orologi sono a fianco di pendole e pendolette e di quelli da polso un perché deve esserci. Almeno una sessantina infatti sono in esposizione. Vengono chiesti anche soggetti particolari, spesso legati a mestieri antichi delle nostre valli. Andrea Sangalli (quarta generazione, presidente Associazione Orafa Lombarda e una laurea in giurisprudenza) puntualizza che, se i tedeschi sono maestri nei Cucù tradizionali, quelli moderni vedono, per il design, la creatività degli italiani. Durante il prossimo Salone del Mobile anche questi orologi faranno parte dei complementi d’arredo, esposti in una vetrina nella galleria della Metropolitana sotto la Rinascente.

 

 

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