Il S.I.H.H. si è aperto il 20 gennaio e poco dopo è arrivata la notizia che Francesco Trapani (a lungo CEO di Bulgari oggi affidata a Jean Christophe Babin) lasciava operativamente LVMH pur restandone Consigliere e che la responsabilità della Divisione orologi e gioielli (TAG Heuer, Zenith, Hublot, Bulgari, Chaumet, Dior etc.) veniva affidata a Jean-Claude Biver che manteneva comunque la presidenza di Hublot.

Voci di corridoio dicono che ci sia stata anche una riunione a Ginevra. Questi valzer di poltrone non interessano il grande pubblico appassionato di orologi, a patto che eventuali nuovi nomi non danneggino né la produzione orologiera né la sua immagine. Jean Claude Biver, nel settore da tempo immemorabile e definito anche il Re del Marketing, ha tutte le carte in regola per guidare un tiro a sei (o più) in momenti non certo facili.

Garanzia digitalizzata con chip card e reader card

Oggi invece è arrivata una notizia che interessa tutti i proprietari di un Hublot. Al World Economic Forum a Davos mr Biver ha confermato la collaborazione tra Hublot e Wisekey per garantire identificazione, autenticità e protezione degli Hublot. Tutti gli orologi infatti vengono dotati della Hublotista chip card e della reader card, passaporti che si leggono in rete. La chip card è disposta con il suo lettore nella cassa dell’orologio; nella boutique, dopo che il cliente ha acquistato il modello, il rivenditore, identificato con la sua carta collegata alla sede centrale del Marchio in Svizzera, attiva la garanzia internazionale. L’acquirente può quindi registrarsi sulla piattaforma Hublotista.com, un club riservato esclusivamente ai proprietari di un modello Hublot e che garantisce l’anonimato. La combinazione chip e lettore è un sistema impossibile da riprodurre, accentuando la protezione degli orologi contro raggiri e incauti acquisti. Le 69 boutique e i 750 rivenditori Hublot nel mondo sono dotati del sistema per leggere e attivare il certificato digitale.