Negli ultimi anni da Christophe Claret, nella Maison du Soleil d’Or tra La Chaux-de-Fonds e Le Locle, il reparto ricerche e sviluppo, e ancor più lo studio di mr Christophe, probabilmente ricordavano un Casinò; non tanto per tavoli verdi o roulette, slot-machines o dadi, ma per i calcoli che hanno portato a realizzare dei movimenti incredibili, nati per chi ha la passione per l’azzardo (oltre che un ricco portafoglio).
Negli orologi CC, capolavori della micromeccanica, le carte da gioco si compongono e scompongono in migliaia di soluzioni, il banco vince o perde e più o meno pari opportunità sono quelle che ha il giocatore, cioè il proprietario dell’orologio. Guardando i quadranti con lancette al posto delle palline per indicare il rosso o il nero, il pari o il dispari, i semi delle carte o le facce dei dadi, l’adrenalina non manca. Anche se non ci sono vincite o perdite reali con fiche e denaro.
Dalla ripetizione minuti del 1990 a un musicale firmato CC nel 1998
Nel 1998 Christophe Claret, il maitre horloger francese che da una decina di anni realizzava movimenti complicati per storici marchi blasonati, era stato invitato ad esporre al SIHH di Ginevra in qualità di Createur Artisan. Forse questa è stata la spinta decisiva per produrre anche orologi con il suo nome. Il primo, realizzato nel 1997, è stato un modello musicale che, allo scadere dell’ora e a richiesta, faceva ascoltare una melodia. Da allora la creatività di mr Claret ha dato vita a orologi sempre più complicati e spesso anche molto divertenti, dedicati a giochi d’azzardo: 21 BlackJack, Baccarà, i dadi micrometrici visibili in un piccolo spazio sulla carrure, la roulette inserita sul retro dell’orologio, mentre sul quadrante principale appare il gioco che dà il nome al segnatempo.
L’ultimo nato è il Poker, anche se questo gioco è stato il primo al quale mr Claret ha pensato. Nel nuovo automatico, che nella cassa di 43 mm ha un movimento composto da 655 elementi (i rubini sono 72 e c’è un doppio bariletto); due i giochi disponibili: il Poker Texas (hold’em) con suoneria dal timbro brevettato, che si ascolta a ogni pressione dei pulsanti, e la Roulette.
Non entriamo nelle regole del primo, chi non le conosce può chiedere aiuto al web; ci limitiamo a dire che il meccanismo ha tre finestrelle, per altrettanti giocatori, a ore 6, 10.30 e 2.30, con persiane orientate in modo da dare la privacy necessaria.
Si preme il pulsante a ore 9 che mette in movimento 4 dischi concentrici (uno è in zaffiro) con le immagini delle carte; dopo pochi istanti i dischi si fermano ed è impossibile prevedere la posizione delle carte che sono state mescolate. Poi con altri due pulsanti si passa alla fortuna. Quello a ore 10 (flop) mostra tre carte sulla sinistra del quadrante; quello a ore 8 (turn/river) ne fa vedere una sulla destra del quadrante e a questo punto inizia lo show–down (non ancora completo: soffiando aria sul vetro zaffiro appare una pin-up…).
rouge/noir…faites vos jeux…rien ne va plus…
E passiamo al secondo gioco, la Roulette, che è posizionata sulla massa oscillante; una volta avviata, questa ruota per qualche istante, quando si ferma la lancetta di cui è dotata indica uno dei 37 numeri sul réhaut interno e si può vederne sempre uno, il fortunato, con una chiave di fronte a uno smeraldo verde sul fondello, una personalizzazione non da poco…
Tornando alla tecnica il quadrante è composto da 77 elementi; per non appesantirlo troppo (!!!) le ore – infine un segnatempo nasce (anche) per indicare l’ora – sono visibili sulla lunetta. Ma quanti sono gli esemplari prodotti? solo venti per ogni versione: bicolore in titanio grado 5 brunito PVD e oro bianco o titanio grado 5 brunito PVD e oro rosa – monocromatica in titanio grado 5 PVD nero con lancette in spinello blu o in rubino rosso. Naturalmente il Poker, presentato a Ginevra all’Hotel Four Seasons il 19 gennaio, è coperto da un brevetto mondiale. A questo punto se fossimo francesi diremmo chapeau e di fronte al savoir faire orologiero del team c’è davvero di che levarsi il cappello.