Nel 2011 Bvlgari siglò una partnership con la nazionale neozelandese degli All Blacks. Allora la definizione del cronografo Endurer, presentato a Baselworld, si legava al simpatico Team dei campioni, poi con il dilagare del “tutto nero” (anche se con piccole differenze di scrittura) l’accostamento immaginario è cambiato, ma a rinverdirlo è arrivato un nuovo Bvlgari, l’automatico Octo.
First partnership between Bvlgari and All Blacks was in 2011 with Endurer Chronograph. To celebrate its 130° anniversary Bvlgari signed a new agreement with Octo steel case DLC, self-winding, with Maori Mask on dial and the date of birthday of All Blacks, 1905, on the back. Leaving Rugby let’s enter into Paradise on Earth with precious Snakes and new bracelets, shown in Paris.
Nel 130° anniversario di Bvlgari è arrivato un Octo automatico, sul quadrante antracite ha il disegno della maschera Maori e sul fondello lo stemma della squadra, con la data di fondazione: 1905. Per il resto nessuna analogia con il passato salvo il colore. La cassa in acciaio DLC, ø 41,5 mm, sub a m.100, accoglie il Calibro BVL193 a carica automatica, 28.800 A/h, 28 rubini, 50 ore di autonomia.
Il giardino dell’Eden
Sempre nel 2011 la Marca, allora solo italiana, propose fra gli orologi-gioiello una linea chiamata Giardino dell’Eden con fiori e foglie. Restiamo in quel continente immaginario, ma con i serpenti, simbolo dell’Eden e delle ambizioni femminili, serpenti che da molti decenni fanno parte della produzione di gioielli e poi di orologi Bvlgari. Questa collezione è sinonimo di un’abilità orafa e gioielliera non comune, sia per le maglie del bracciale sia per l’incastonatura delle pietre. Personalmente non amo i serpenti (anche se le mele mi piacciono) ma giudizi personali a parte, non si può non ammirare il design e la splendida fattura di questa ennesima evoluzione di un orologio-gioiello molto ammirato.
I bracciali sono in oro bianco o rosa e anche con squame in smalto, impreziositi con diamanti taglio brillante o marquise; gli occhi sono in malachite, rubino o smeraldo con taglio a goccia (o forse a mandorla visto che probabilmente andranno nel lontano Oriente?). L’orologio è celato nella testa del rettile, il movimento è al quarzo. L’incrocio fra testa e coda è diverso da quello tradizionale che vede il bracciale avvolgersi una o più volte sul polso. I tre esemplari sono stati esposti alla Biennale des Antiquaires a Parigi in settembre. Per curiosità ecco il numero delle pietre preziose, in oro bianco: 8 diamanti marquise e 159 brillanti; in oro rosa fermo restando i marquise, i brillanti sono 124 e in quello con smalti 183; sui quadranti i diamanti sono 32; la cassa è lunga 40 mm.