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Venezia e gli orologi

IMGP4154_2Sabato ho scritto della nuova campagna di Morellato che ha per sfondo Venezia, ma la Serenissima ha avuto molti  rapporti diretti con gli orologi. A partire dall’orologio della Torre di san Marco con i Mori, che battono sulla campana, e dal carosello degli automi che si può vedere solo in speciali occasioni. Realizzato nel 1547 questo complicato segnatempo è stato restaurato più volte e nella Prima Guerra Mondiale fu anche disattivato. Nel 1996 il Comune decise di fare un restauro completo e Beppe Ambrosini, allora brand manager Piaget in Italia, convinse la Maison a esserne sponsor.

 

Dal 1997 al 1999 furono coinvolti storici, tecnici, artigiani e durante il lungo periodo degli accurati lavori (che videro anche le proteste di un erede del vecchio orologiaio incaricato della normale manutenzione) la Marca ginevrina poté usufruire, per tutto il suo materiale promozionale, dell’immagine della Torre e dell’orologio, portandola in tutto il mondo.

Dieci anni prima, nel 1989 Ulysse Nardin aveva deciso di rilanciare la complicazione della ripetizione minuti su un orologio da polso e, per la collezione San Marco, scelse un quadrante in smalto champlevée con la campana e i due Mori in oro, uno batteva le ore l’altro i minuti.

Ulysse Nardin Sn Marco con soneria a passaggio, ripetizione minuti, e il Carnevale

Ulysse Nardin Sn Marco con soneria a passaggio, ripetizione minuti, e il Carnevale

Negli anni seguenti, forse per renderlo meno costoso, propose anche un’edizione con soneria a passaggio e un solo automa che  batteva sulla campana. Quest’anno, invece dell’orologio di piazza San Marco, ha riprodotto sul quadrante di un ripetizione minuti, l’atmosfera unica del Carnevale veneziano con le maschere e il ponte Rialto.
Sempre per Venezia, ma dedicati in particolare al suo Festival del Cinema sono i Reverso di Jaeger-LeCoultre, offerti in premio a registi e attori e che sulla cassa hanno il leone, simbolo dell’evento cinematografico.
Dai mestieri d’arte degli smalti a quelli altrettanto impegnativi dell’alta gioielleria, con una collezione che Chanel ha dedicato quest’anno al simbolo del Leone (Cocò era nata sotto quel segno zodiacale).
chanel leone veneziano aperto e chiuso
A fianco dei gioielli anche tre segnatempo, che Chanel definisce Fine Jewelry. Nella foto sopra l’orologio segreto con cinturino in satin si chiama Leone Veneziano e l’abbinamento con la Serenissima ne è una logica conseguenza. Il modello con bracciale in diamanti si chiama invece Leone Astrale
Entrambi sono in oro bianco e con quadrante in madreperla. Il primo incastona 499 diamanti taglio brillante per circa 5 carati oltre a un diamante a goccia, anche se in Francia lo definiscono a pera. Il secondo incastona 584 brillanti per 15,4 carati e sei diamanti marquise per altri 3,8 carati,  oltre a un diamante a goccia. Infine il terzo, nella foto sotto, si chiama Leone Mosaico (inutile ricordare che i mosaici veneziani sono splendidi) e incastona 1.530 diamanti taglio fancy per quasi 18 carati e ha due diamanti taglio a goccia.
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