Forse è più giusto dire “la più vasta Manifattura svizzera” perché sono diversi gli stabilimenti che a Ginevra e a Bienne producono, solo per Rolex, gli orologi con la corona sul quadrante; sono infatti realizzati in house casse, movimenti, quadranti e bracciali.
Il traguardo produttivo annuo ipotizzato alcuni anni or sono era a sette cifre, le recenti vicissitudini economiche internazionali hanno ridimensionato le ambizioni, ma si tratta pur sempre di molte, molte e molte centinaia di migliaia di orologi.
Agli inizi della storia Rolex, iniziata nel 1906 con la scelta del nome che si può leggere senza problemi in qualsiasi lingua, Hans Wilsdorf aveva incaricato della produzione la Aegler fondata a Bienne nel 1878; in seguito questa gloriosa impresa è stata acquisita da Rolex che adesso ha costruito nella cittadina un centro di produzione con edifici ai lati di una strada, collegati da percorsi sotterranei.
A cavallo fra il 1990 e il 2000 il cuore della Rolex: direzione, uffici, e parte della produzione, era a Ginevra. Nel 1996 due torri di otto piani (oggi i piani sono 11) svettavano in località Acacias, ma pochi anni più tardi sono sorti altri edifici: quello a Chêne Bourg lungo 165 metri, dedicato al comparto dei preziosi e quello a Plan-les-Ouates dove gli edifici sono lunghi 60 metri e larghi 30, qui lavorano più di 1500 addetti (sono oltre 6000 i lavoratori Rolex sul territorio elvetico, altri 3000 sono quelli nelle filiali all’estero).
I due magazzini di stoccaggio dei componenti sono altri 12 metri, al loro interno hanno binari lunghi un chilometro e mezzo e 24 stazioni smistano oltre 60.000 articoli facendoli arrivare in pochi minuti ai banchi degli orologiai che li hanno richiesti.
Nell’autunno scorso infine è stato completato il piano di ampliamento che riguardava Bienne e che ha raggiunto una volumetria di 400.000 m3. Nei vari edifici sono sistemati tutti i passaggi della produzione dei movimenti, gli uffici direzionali, amministrativi e le attività di ricerca e sviluppo; gli addetti sono circa 2000. Le fondamenta arrivano a 11 metri sotto terra, il magazzino ricambi, che misura m.30x27x10, è completamente automatizzato e 14 robot si muovono alla velocità di tre metri al secondo su un percorso di Km 1,2.
Sia a Bienne sia a Ginevra è stata posta una grande attenzione per evitare l’impatto ambientale; a prescindere dagli impianti interni e dalle aree a verde, persino i tetti sono sistemati a giardini. A Ginevra vengono addirittura coltivate, oltre alle piantine aromatiche utili poi nella mensa aziendale, anche filari di viti per uva da tavola. Questo conferma che si può sposare l’industria con l’ambiente, basta volerlo.