Negli orologi i metalli preziosi stanno accentuando la loro preziosità. Ai colori che li distinguono infatti hanno aggiunto diverse proprietà che li rendono inscalfibili o che ne proteggono a lungo il colore. Ma andiamo per gradi.
Quando negli anni Venti, il platino divenne troppo costoso sia per i gioielli sia per gli allora pochi orologi realizzati con questo metallo, si pensò a un oro bianco o come dicono i francesi “gris” (grigio).
L’oro in natura è giallo e solo affiancato da altri metalli con percentuali diverse assume colorazioni, spesso legate a tendenze moda o a scelte aziendali. Per esempio Lange&Söhne ha definito “miele” il colore del suo oro, forse per distinguerlo meglio da quello che la clientela tedesca ama: l’oro rosso. In Italia però, anche per altri marchi di lingua tedesca, l’oro rosso viene definito spesso rosa, sia perché nell’immaginario è una tinta più soft, sia perché non tutti riescono a rendersi conto delle sfumature. Nel 2000 Fawaz Gruosi ha presentato il suo Browny Brown Gold, noi diremmo un “oro brunito”, impiegato prima per i gioielli e poi anche per gli orologi.
Rolex definisce Everose il colore del suo oro, perché di un rosa esclusivo e Rolesor i modelli in acciaio 904L e oro 18 kt.
Nel 2013 Omega a Baselworld ha presentato i Constellation Lady con cassa, lancette, indici e fibbia del cinturino in Oro Sedna™, una lega brevettata, ideata e realizzata in azienda, in cui all’oro fino si aggiunge rame e palladio per garantire nel tempo il colore rosa determinato dalla quantità di rame.
Le notizie che il web diffonde e che sono utilissime, a volte contengono imprecisioni, peccati veniali, che però è bene rilevare; per esempio la percentuale dell’oro al 75% non è “minima” ma “legale”. Gli oggetti in metalli preziosi, per legge, devono avere impresso il titolo che definisce la parte di oro fino contenuta (le altre sono definite lega madre). Se calcolato in carati: 18 parti di oro fino su 24 o, secondo le vigenti disposizioni, almeno 750 su mille, 585 su mille o 375 su mille (in determinati casi, per esempio oro in lingotti o monete d’oro, la percentuale dichiarata può essere maggiore del 75% e arrivare a 999,99 pari a 24 carati); le cifre del titolo sono racchiuse in due diverse figure geometriche, una per la percentuale di oro fino del 75%, l’altra per quella superiore.
I COLORI DELL’ORO
Silvia Grassi Damiani, che di preziosi se ne intende, negli anni ’90 aveva scritto nel suo libro “I gioielli: istruzioni per l’uso”, pubblicato da Mondadori: Oro giallo. 75 parti oro, 15 argento, 10 rame. Oro rosa: 75 oro, 12,5 argento, 12,5 rame. Oro bianco: 75 oro, 15,8 rame, 5,2 nichel, 3 zinco. Oro verde: 75 oro, 23 argento, 2 rame. A queste norme aveva anche aggiunto l’Oro blu, coperto da brevetto e per il quale chi volesse impiegarlo deve chiedere l’autorizzazione. Va poi detto che mentre in Italia l’oro deve essere presente con le percentuali suddette, i mercati anglosassoni (soprattutto negli USA) hanno avuto e hanno oro a 9 o a 14 carati.
Sono passati gli anni e le tecnologie si sono affinate; le parti di oro fino restano 750 su mille, ma sono cambiati i componenti per ottenere un metallo non solo prezioso, ma sempre più resistente. Hublot, per esempio, ha definito Gold Magic il suo oro che, incorporando ceramica high-tech, è inscalfibile. Lo ha presentato nel dicembre del 2011 mostrando anche il reparto Metallurgia della Manifattura a Nyon, dove veniva realizzata la nuova lega brevettata, frutto degli studi di Hublot e dell’Ercole Polytechnique Fédérale de Lausanne. La durezza di questa lega raggiunge quasi i 1000 Vickers invece dei 400 dell’oro a 18 carati o dei circa 600 degli acciai temprati. A Baselworld 2012 sono poi arrivati i primi orologi, fra i quali il cronografo Big Bang Ferrari realizzato in 500 esemplari con cassa (ø mm 45,5) e lunetta in Magic Gold, fondello in titanio (mille esemplari invece erano tutti in titanio); movimento Unico a carica automatica. Sempre da Hublot alcuni componenti in oro bianco sono trattati PVD nero.
Sotto il profilo cromatico oltre all’oro rodiato (sottoposto a trattamento galvanico) c’è l’oro bianco al palladio per garantire a lungo il suo colore. Tra gli esempi recenti, arriva dalla Germania la collezione Shades of Grey di Grieb & Benzinger: Polaris Grey regulateur e Tulip Grey squelette; forse ispirati all’intrigante fascino della trilogia delle 50 sfumature di grigio? Due le versioni realizzate con o senza diamanti (ascoltando anche i suggerimenti dei suoi clienti in diversi paesi), per tutti cassa in oro bianco al palladio ø mm 43, e movimento meccanico.
Andando indietro nel tempo e pensando a leghe dal colore speciale, ricordo il Royal Oak di Audemars Piguet, che un principe voleva di una sfumatura azzurra, l’acciaio però non lo consentiva e fra le altre possibilità fu sperimentato il tantalio, difficile da lavorare, ma che fu apprezzato dall’augusto acquirente, soprattutto nella versione in cui era affiancato all’oro rosa.
Infine, nella scala di Mohs, che definisce la durezza dei metalli, l’oro è classificato 2,5-3, duttile e malleabile, ma anche con un forte pese specifico che, impiegato a più di 20 carati, lo rende ideale per la massa oscillante negli orologi automatici, facilitandone lo spostamento impresso dai movimenti del braccio per dare la carica al movimento.