Secoli fa gli orologi erano riservati alla nobiltà, al clero, a qualche ricco mercante e ai comandanti degli eserciti, eccezione al femminile: le Madri Badesse di ricchi conventi.
Oltre agli orologi cosiddetti “da persona” c’erano quelli “da viaggio” con un gancio per appenderli nella carrozza.
Tra gli episodi curiosi si narra che Napoleone, particolarmente preciso nella strategia delle battaglie ne avesse perso una perché un ufficiale non aveva rispettato i tempi dell’appuntamento (forse perché si era addormentato o il suo orologio non era preciso…). Così l’allora Generale Bonaparte ordinò che tutti gli ufficiali avessero un orologio dotato di sveglia. Nel 1798 lui ne acquistò una da Breguet (la n°178) dotata di soneria ai quarti e di calendario-almanacco, pagandola 1500 Franchi, una cifra considerevole.
Si diffusero quindi in Francia – e non solo – questi orologi portatili, prodotti da orologiai che erano autorizzati, un po’ come accade con i “Fornitori della Real Casa” là dove esistono le monarchie. Gli ordini che li accompagnavano recavano la specifica “pendules pour officiers”.
Terminata l’epoca delle pendole si arrivò ai Tasca con una cuvette (o doppio coperchio) a ulteriore protezione del movimento. Nel XX secolo, ma soprattutto durante la Prima Guerra Mondiale alcuni orologi da polso, con le casse dotate di coperchio, furono riservate agli ufficiali; Patek Philippe definì “Officiers” dei modelli Calatrava, tuttora in produzione.