Il nuovo stand Chanel ha triplicato la superficie, ma i 1.580 mq su tre livelli sono ancora pochi per il numero di visitatori. L’architetto americano Peter Marino lo ha ideato nei colori preferiti da Mademoiselle Cocò: una base nera in alluminio e un luminoso monolite bianco. In una vetrina giocosa un trenino gira e quando torna in primo piano fa aprire le scatole, rigorosamente bianche dei J12, dove sono adagiate le novità 2013. O almeno una parte di queste.
Le collezioni non sono molte, ma le varianti dei modelli pressoché infinite per diametro, pietre preziose, cinturini o bracciali. Da dieci anni Chanel è presente a Baselworld dove ha lanciato il J12 bianco e questo orologio continua a essere in pole position anche con edizioni in tiratura limitata. Sono 2.000 i “Phantom total white” in ceramica, ø 38 mm o 32 mm, sub a m.200 e movimento al quarzo (a destra nella foto) mentre si indirizzano agli sportivi i cronografi J12 Superleggera nero mat, sub a 200 metri.
Ampliata la collezione dei Chromatic in ceramica di titanio; al vertice il Retrograde Misterieuse con il movimento progettato in esclusiva da Renaud&Papi.
C’è stato un rilancio della collezione Premiere, che festeggia i 25 anni. A fianco degli orologi gioiello, compreso il Tourbillon volant – con la cassa incastonata con pietre preziose e la gabbia del tourbillon a forma di camelia, anche questo opera del team Renaud&Papi – anche modelli in acciaio in diverse versioni e misure con deliziosi bracciali a catena (vedi foto in alto)
La Maison Chanel si dedica in Francia al recupero delle antiche tradizioni artigianali e proprio nel segnatempo più esclusivo del 2013 ne mostra un esempio: il quadrante è ricamato a mano con le tecniche di un tempo. Pezzi unici della linea Mademoiselle Privée differiscono per il numero dei diamanti incastonati a effetto neve o per il soggetto del quadrante grand feu con pagliuzze d’oro. Tra i dettagli: su un cielo stellato, la lancetta delle ore termina con la luna e quella dei minuti con la cometa o soggetti legati alla Cina e al Giappone. Vale anche la pena di rilevare che il movimento non è al quarzo, ma automatico.