Nel museo delle Alfa Romeo la 12 cilindri tipo C degli anni Trenta occupa un posto d’onore, ma ogni tanto si prende qualche giorno di vacanza, partecipa a gare di auto d’epoca, affidata a piloti che la trattano con i guanti, consci di essere alla guida di un reperto “storico” sotto diversi aspetti, compreso quello emozionale, che si lega agli orologi dedicati a un pilota leggendario: Tazio Nuvolari.
Nello scorso aprile questa Alfa Romeo è andata addirittura all’estero (la Svizzera non fa parte della Comunità economica europea e ancora oggi, in qualche valico chiedono carta di identità o passaporto) ed è arrivata a Basilea a bordo di un TIR.
I visitatori di Baselworld, hanno potuto ammirarla nel nuovo stand di Eberhard & Co. (nella foto sopra) dove ha diviso la celebrità con il nuovo cronografo Vanderbilt Cup “naked” , che sarà esposto in settembre al G.P. Nuvolari, organizzato dal Museo Tazio Nuvolari e dall’Automobile Club di Mantova.
La versione 2013 del cronografo automatico Vanderbilt Cup (fronte e retro nella foto sotto) ha, per la prima volta, il quadrante nero e si chiama “naked” perché il movimento è a vista, come il motore che si vede nelle auto senza carenatura.
Tornando alla mitica Alfa Romeo Gran Premio Tipo 12C-36, da notare sullo sfondo della prima fotografia (in alto), la coppa d’argento messa in palio dai Vanderbilt e che fu vinta da Tazio Nuvolari il 12 ottobre 1936 sulla pista di Roosevelt. A quanto narrano le cronache del tempo, il pilota mantovano che era piccolino – lo chiamavano affettuosamente oltre che “Nivola” anche “l’omino in giallo” per via di un maglione portafortuna – pare si fosse addirittura rannicchiato nella Coppa.
Queste le caratteristiche dell’auto dal tradizionale colore rosso: 12 cilindri a V, 4064 cc, compressore, 370 cv/5800 giri/min, velocità max. 290 Km/h.
Per i patiti degli orologi va messo in risalto il particolare della seconda fotografa (sopra), che mostra il cruscotto. Lavorato a rosette ha ispirato la decorazione dei cronografi Tazio Nuvolari di Eberhard. Mentre per chi si appassiona alla storia dei modelli, va detto che il primo cronografo Vanderbilt Cup è stato realizzato nel 2003 con la cassa in oro rosa o in acciaio; una prima versione aveva gli indici in verde chiaro, un’altra gli indici blu poi conservati. Cinturino in cuoio cucito in giallo, in cocco, oppure bracciale in acciaio. Nuova la chiusura deployante E&C Déclic per la quale fu chiesto il brevetto. Il pulsante di azzeramento della cronografia era coassiale alla corona di carica.
Nella versione attuale le caratteristiche del movimento e le dimensioni della cassa in acciaio non sono state modificate, mentre, come si vede dalla fotografia, nel primo Vanderbilt Cup il quadrante era bianco e il fondo protetto da un coperchio a cerniera; per aprirlo c’era una leva a scorrimento verticale posta a ore 4. Sul coperchio era incisa la Coppa e il nome della gara, all’interno la tartarughina donata al pilota da Gabriele D’Annunzio, la sigla TN e un cartiglio sul quale si poteva far incidere una frase personale.
A Milano dieci anni fa, per la presentazione della novità alla stampa e agli invitati, era stata allestita anche una mostra con fotografie e cimeli prestati dal Museo dedicato al pilota mantovano. Era stata anche la prima volta che Barbara Monti, attuale AD della Maison svizzera e Mario Peserico, che ne è direttore generale (di Eberhard Italia sono rispettivamente presidente e AD) avevano preso la parola al posto di Palmiro Monti, l’ideatore di tanti orologi di successo e al quale i suoi eredi tuttora si ispirano.