Il mondo dell’orologeria è sempre stato un dominio prettamente maschile. Solo in anni recenti alla guida di alcuni marchi sono arrivate presenze femminili. Ogni regola però ha le sue eccezioni e nell’Ottocento ce n’è stata una davvero importante. Due donne, suocera e nuora, entrambe vedove, sono riuscite con il loro impegno a guidare con successo una grande Maison: la Vacheron & Constantin (la & tra i due cognomi risale al 1819 ed è stata eliminata solo in anni recenti). Immagino i sorrisetti di compatimento dei seriosi ginevrini quando nel 1870, dopo la morte di Charles César Vacheron (che sei anni prima aveva preso il posto del padre Jacques Barthelemy), la madre Catherine Etienne, ultraottantenne, e la moglie, Louise Françoise Laure Pernessin, presero il comando dell’azienda.
La Vacheron & Constantin a quell’epoca dava lavoro a 49 uomini, 17 donne e 4 ragazzi e tra i clienti annoverava tutto il Gotha europeo, compreso lo Zar. Con coraggio, sostenute da François Constantin e dal direttore dello stabilimento, le due signore proseguirono nella conduzione dell’impresa, che era stata fondata nel 1755 (da allora non ha mai smesso di produrre orologi). In seguito i giornali ginevrini riconobbero i meriti di Madame Catherine Etienne definendola “Simbolo dell’orologeria di Ginevra”. Nel 1896 la Vacheron & Constantin divenne una società per azioni. Nella foto in alto un orologio bangle in oro e diamanti presentato all’Esposizione Universale dal gioielliere Gustave Sandoz, senza dubbio il primo modello da polso femminile della Maison, che ne ha registrato ufficialmente uno, solo nel 1911; questo esemplare è stato messo all’asta da Antiquorum nel 1994.