Lettere dell’alfabeto al posto degli indici sul quadrante sono state impiegate alcune volte e anche in casi curiosi su esemplari dell’alta orologeria. Negli anni ’60 Corum realizzò una collezione, chiamata Buckingham: le prime versioni avevano indici che non erano cifre, ma scritte orizzontali in francese,
Negli anni ’90, la Ripetizione Minuti N°7 di Audemars Piguet al posto degli indici aveva le lettere del nome John Shaeffer; il modello fu rieditato in seguito, ma con indici normali in numeri arabi. Mentre per tre Royal Oak identici i componenti della famiglia lombarda che li aveva acquistati, scelsero le lettere dei loro nomi al posto dei numeri per non sbagliare orologio.
Oggi invece, è per un target molto più allargato c’è il Qlocktwo elettronico, disegnato in Germania da Andreas Funk per Biegert&Funk; presentato l’anno scorso a Baselworld, è distribuito in Italia da DHM.
Già realizzato in versione da muro e da tavolo, l’originale segnatempo è disponibile anche in versione da polso, con cassa in acciaio DLC nero, mm 35×35. Sulla griglia un potpourri di lettere, ma premendo il pulsante alle 3 appare, in inglese, un messaggio luminoso (nella foto leggiamo: it is half past seven cioè sono le sette e mezza), due pressioni mostrano il giorno e tre i secondi. Fra breve l’indicazione dovrebbe arrivare anche in italiano.