Dopo sette articoli dedicati alle 4ruote è il momento delle due ruote che, soprattutto nel mondo maschile (ma adesso sempre più anche in quello femminile) hanno un pubblico assai vasto e, a quanto sembra, senza età. Sino a pochi anni or sono l’ottantenne proprietario di una famosa cristalleria austriaca arrivava in moto nella tenuta in Toscana, seguito, per prudenza, dall’autista in automobile; ancora più indietro negli anni, mio suocero, negli anni Venti, prima di sposarsi, aveva una Harley-Davidson.
Per la legge dei compensi generazionali però, mio marito preferiva le automobili, mentre mio figlio è orgoglioso di una BMW quasi d’epoca e che tuttora rappresenta una scelta legata alla libertà. Con la moto vai dove vuoi e anche se il casco ha tolto il piacere del vento, i vantaggi protettivi lo rendono indispensabile. Così oggi scrivo della Harley-Davidson Motor Company, che ha festeggiato i 110 anni con una serie di eventi in tutto il mondo. Dal grande raduno a Roma, dove centinaia di equipaggi si sono riuniti a San Pietro per ricevere la benedizione da Papa Bergoglio, a Milwaukee dove il 31 agosto un grande concerto riunirà fan non solo americani. Questo appuntamento – dal 29 agosto al 1° settembre – comprende, fra le molte iniziative, anche il 3o° anniversario del Club H.O.G. (dove la O sta per Owner, proprietario).
E se per caso siete negli USA in altra data, fate comunque una capatina nello Stato del Wisconsin per visitare il museo Harley-Davidson (12.000 mq su un terreno di otto ettari, con una bella vista sulla città). Poco distante, nel 1903, quattro ragazzi iniziarono a fabbricare motociclette in un capannone di m. 3×4,5. Un tuffo nella storia con tanti motivi di interesse che la moderna tecnologia rende anche interattivi; nella sala motori una parete non ha quadri, ma l’intera genealogia dei motori che sono stati montati sulle moto.
Il legame con gli orologi questa volta è inversamente proporzionale a quello di giovedì scorso. Allora ho pubblicato tanti orologi Jaeger-LeCoultre mentre delle Aston Martin ho solo scritto, oggi pubblico molte foto di Harley-Davidson e un solo orologio. La partnership tra queste due ruote e Bulova nasce da un motivo semplice: entrambe sono imprese americane, anche se oggi la Marca orologiera, dopo diversi passaggi, è legata al mondo giapponese con Citizen. Tra le nuove motociclette da notare un ritorno a linee classiche del passato, come per esempio nella Deluxe Softai (nella foto sopra).
Infine il Club H.O.G. organizza anche nel 2014 l’appuntamento “World Ride”, il tour mondiale che unisce i motociclisti di tutto il mondo. La giacca nera di pelle (foto sopra) che dal 2012 con lo stemma è diventata la Freedom Jacket, ha una storia simpatica. Mark-Hans Richer, Chief Marketing Officer di Harley-Davidson, durante un viaggio di 3.200 km in Cina sull’altopiano tibetano, dove nessuno aveva mai visto sfrecciare le Harley-Davidson, notò che sui cippi in pietra delle strade sterrate, lettere rosse indicavano “Tibet” e il numero di chilometri percorsi. A quota m.5.000 Richer volle avere un ricordo dell’impresa, chiese a un abitante di scrivere una parola sulla manica della giacca di pelle e l’uomo scrisse nella sua lingua “libertà”. La prima Freedom Jacket fu consegnata al motociclista acrobatico Rob Carpenter quando iniziarono nel 2012 i festeggiamenti per il 110° anniversario.