Su alcune centinaia di orologi, che le Case iscrivono al GPHG, i modelli preselezionati sono 72 e di questi 17 ottengono un premio, il 18°, quello speciale della giuria, viene assegnato a tecnici, manager, enti orologieri. L’Aiguille d’Or Grand Prix è il primo assoluto, le categorie da 12 sono state poi portate a 18 (dal revival alla rivelazione orologiera ecc.) per districarsi nella pletora di aspiranti.
Hundreds watches for this Prize, in pole position Aiguille d’Or; once there were 12 prizes, now they are 18, published above and we agree with jury’s decision at 95%.
Quest’anno però i premiati sono stati 17 a uno sono andati due riconoscimenti e poiché è stato ideato e realizzato da padre e figlio il doppio premio – dell’innovazione e del pubblico – al Tourbillon des Tourbillons di Antoine Preziuso ci sta; abbiamo visto l’orologio a Baselworld tra le opere dei Maestri AHCI e ci aveva entusiasmato. L’Aiguille d’Or al Tourbillon 24 Secondes Vision di Greubel Forsey ha premiato creatività e savoir faire di una Marca ben nota.
Abbiamo poi riunito le fotografie fornite dall’organizzazione del Premio, affiancandole secondo il nostro gusto e forse questo comporterà una piccola ricerca, di qualcuno ci siamo occupati precedentemente. Per l’alta meccanica in un modello femminile il riconoscimento è andato al complicato Fabergé Peacook (nell’esclusivo movimento di Agenhor i minuti sono indicati dalle penne del pavone) quello per l’orologio maschile al carica manuale secondo fuso orario GMR di Voutilainen.
I premi per le sezioni cronografo, orologio con suoneria, calendario e tourbillon, sono stati assegnati rispettivamente all’Altiplano di Piaget, al Ripetizione Minuti Tourbillon Sous trois Pont d’Or di Girard-Perregaux, allo Slim Q.P. di Hermès e all’Ulysse Nardin Anchor il cui scappamento nasce da una concezione innovativa (ne abbiamo scritto nello scorso marzo). Per la meccanica eccezionale è stato premiato il recente Charming Bird di Jaquet Droz, un capolavoro sin dalla prima versione (il Singing Bird).
Nella categoria Mestieri d’arte ha prevalso il quadrante Shakudo del Villeret di Blancpain, marchio che si divide quasi equamente tra classico e sportivo. Il Pelagos di Tudor ha vinto come sportivo e per la rivelazione orologiera è stato premiato l’automatico Galet di Laurent Ferrier in acciaio dalla forma ricercata. Modernamente prezioso l’orologio gioiello Diamond Punk di Audemars Piguet che incastona nell’oro più di 7800 diamanti e ha comportato 1440 ore di lavoro; favoloso il Recto Verso Manchette Extremely di Piaget, vincitore per il premio revival; in entrambi i movimenti sono al quarzo.
Di nuovo sul palco dei premiati per la Petite Aiguille, orologi con prezzi contenuti, la coppia austriaca Habring con il Felix, sottile manuale con un preciso movimento basico di 99 elementi.
Difficile quindi non essere d’accordo al 95% sulle decisioni della giuria; abbiamo tolto un 5% alla nostra adesione totale pensando che, tra gli orologi femminili in competizione, c’era anche un Gala Limelight di Piaget (e se l’eliminazione è stata dovuta al fatto che due Piaget erano stati premiati ne restavano comunque altri), ma tutti i gusti sono gusti e le vie della politica diplomatica sono infinite, ci limitiamo quindi a riconoscere all’automatico Hublot Broderie con pizzo integrato nell’orologio e sul cinturino, visto a Ginevra come pre-Baselworld, un valore tecnico.
Il premio speciale della Giuria è stato assegnato ai tre Maestri Orologiai di Vacheron Constantin.(Micke Pintus,Yannick Pintus e Jean-Luc Perrin) autori del Gran Complicato Ref.57260. Da ultimo ricordiamo che sono le Case a proporsi con le loro creazioni scegliendo le categorie e che Rolex e Patek Philippe non partecipano; peccato che quest’anno non sia stato premiato il pur selezionato Seiko, avrebbe portato, come in passato, una ventata di internazionalità in un evento tutto europeo.