Dall’estate 2013 Jean Christophe Babin è CEO di Bvlgari, dopo essere stato per oltre dodici anni presidente e CEO di TAG Heuer. All’orologeria è arrivato dopo una brillante carriera in aziende di largo consumo; è stato anche Managing Director della filiale Henkel in Italia.

In questi nove mesi Mr Babin è stato molto riservato. La prima conferenza stampa internazionale l’ha fissata in occasione di Baselworld, dove la Marca ha festeggiato il 130° anniversario con novità  interessanti.

L’ho incontrato poche ore prima nello studio all’ultimo piano dello stand Bvlgari, quello di TAG Heuer è proprio di fronte.  Lo conosco da quando arrivò in TAG Heuer e non è cambiato, a parte un po’ di grigio nei capelli sempre corti. Avrei voluto fotografarlo in maniche di camicia di fronte al tavolo-scrivania colmo di carte e di orologi, in un’amosfera molto italiana e poco svizzera. Più consona al ruolo la foto che mi è stata inviata e che lo mostra con lo sfondo del Tevere.

Jean Christophe Babin CEo di Bvlgari

Dopo i primi saluti, con l’abituale irruenza, parla dell’influenza di Roma sull’architettura anche degli orologi. Lucea, la nuova collezione femminile senza il logo sulla lunetta, ha il rigore della moderna geometria e, sottolinea, Roma è “anche” modernità.

La collezione Lucea comprende 12 referenze

Poi illustra la sua strategia operativa. Ampliare l’offerta mantenendo le caratteristiche della produzione, oro e pietre preziose, ma anche acciaio o acciaio e oro; non è un paradosso pensare che l’orologio costoso diventi più accessibile. E nello stesso tempo accentuare l’aspetto di una Manifattura che, oltre ai movimenti (per esempio nell’Octo una meccanica in house e non di Vaucher) comprende anche i quattro principali mestieri d’arte.

La famiglia degli Octo aumenta rapidamente: dopo il cronografo, il nuovo extrapiatto manuale; spessore del movimento 2,23 mm, A/h 28.800; nel modello dotato di scappamento a tourbillon spessore mm 1,95, A/h 21.600. Lo completa il nome (o aggettivo) “Finissimo”. Così come il nuovo cronografo a 36.000 A/h, che ha visto un lavoro d’equipe tra Bvlgari e Zenith, si chiama “Velocissimo”. Ci sono novità Octo anche nella dimensione della cassa, nel solo tempo automatico si può scegliere una versione ø 38 mm.

In platino Octo Finissimo anche con tourbillon

Babin, che parla quattro lingue anche se l’accento parigino non manca di fare capolino, appare rilassato. Spontaneo chiedergli come si trova a Roma. Sorride rispondendo “chi non sta bene a Roma?”. Il primo torrente di parole ha bruciato molte delle domande previste, così si prosegue a ruota libera. L’ambizione è globale e copre anche il comparto gioielleria con Diva, che riprende la filosofia del passato. E si torna alla “forte struttura architettonica che comprende potenza, forza romana, italianità” e “al sogno che per gli appassionati diventa realtà con un Octo meno costoso”.

Paragonando gli orologi alle automobili Babin, che ha spinto i movimenti di TAG Heur ai limiti estremi, dice che in una vettura tre sono le componenti principali: la bellezza, il marchio, il motore. Da Bvlgari l’elemento bellezza da tempo è unito alla tecnologia, basta pensare al bracciale Tubogas.

Arriva il momento delle domande personali: qual è stato il suo primo orologio e ha mai regalato un orologio a una donna? Fra gli orologi ricorda soprattutto il Timex che la mamma gli regalò, comprandolo all’aeroporto di Orly, mentre sedicenne partiva da solo per un viaggio; per i regali dice che ha comprato molti orologi per sua moglie di cui conosce bene i gusti e che quindi li indossa volentieri.

Bulgari Roma per l’anniversario

A concludere il 130° anniversario con le versioni del Bvlgari dedicato a Roma e interessante è anche il Carbongold, del 1993, riproposto nel 2005  in plastica e oro, ma l’anniversario e il negozio di via dei Condotti ristrutturato, meritano un articolo nella sezione Storia.